sabato 29 settembre 2012

eruzione vulcanica

quello che sto passando è come una eruzione vulcanica.

C'è stata un'esplosione di indicibile potenza (e violenza) e poi ha cominciato a colare la lava.

Inarrestabile, dolorosa, ustionante al "calor bianco" e lentissima a muoversi, tanto da sembrare immobile ed infinita.

La cattiva notizia è che è ancora in movimento, in lento movimento, ed è bollente. Ustiona e fa male da impazzire. E' un dolore primario, basilare, come il mal di denti. Va diretto al cervello (in questo caso al cuore) senza che si possa fermarlo ed è un dolore lancinante. Sembra che possa non finire mai e saresti disposto ad ucciderti pur di farlo smettere (infatti, come ho detto, se non ci fosse stata mia figlia a tenermi ancorato alla realtà, avrei potuto facilmente farla finita pur di far finire quel dolore infinito e apparentemente interminabile).

La buona notizia è che la lava prima o poi smette di muoversi, di colare e si ferma. Solidifica, inglobando dentro la pietra tutto quello che prima ha travolto e portato a valle.
Una volta solidificata, crea uno strato di pietra SOPRA AL QUALE si può, di nuovo, camminare e stare in piedi.

Non so QUANDO la mia lava personale smetterà di colare ed ustionarmi. Ma so che quando succederà avrò uno strato di pietra sul quale costruire qualcos'altro.

Non sarò mai più quello di prima. Il mio pessimismo cosmico mi impedisce di pensare che potrò essere migliore. Ma forse potrò almeno essere non troppo peggiore.

per aspera ad Astra.

l'unica cura...

l'unica cura che mi fa star meglio, almeno per un po', è l'amore di mia figlia.

Ieri sera sono arrivato prima di lei a casa della zia, poi lei è arrivata con mia madre e mia zia in macchina e appena mi ha visto ha cominciato a saltare in macchina per poter scendere e corrermi in braccio.

Nonostante io mi sia separato da sua madre e mi veda solo ogni 15 giorni, nonostante il lavaggio del cervello al quale è sottoposta...

...mi ama.

Non sarò stato un granché come marito, non sarò stato un granché come compagno. Ma come padre sono veramente bravo. 

E ne vado orgoglioso.

venerdì 28 settembre 2012

mi spiego...

ieri ho avuto due grandi vittorie in questa guerra per la sopravvivenza senza esclusione di colpi che è diventata la mia vita.

Ho fatto la lavatrice e, per poterla stendere, ho montato il mio nuovo stendipanni di IKEA.

Ho fatto due chiacchiere guardando la televisione insieme ai miei nuovi coinquilini.

Adesso capite perchè dico di essere malato...? Se queste sono le "vittorie"...! :-/

mercoledì 26 settembre 2012

il tempo passa...

è un po' che non scrivo più.
C'è persino chi si è preoccupato. :-)

Non ho più scritto perchè non volevo sembrare un malato. Il problema è che sono malato.

Il tempo passa ma io non guarisco. Ormai sono passati mesi e io continuo ogni giorno a chiedermi "perchè"? Ogni giorno vorrei tornare lì, ogni giorno mi devo sforzare di ripetermi tutto quello che lei ha detto e fatto di definitivo, di crudele, di evidente per dirmi non ti voglio più, perchè altrimenti la mia mente - malata - ricomincia con "potrei chiamarla... potrei scriverle... magari se...".

Non so che fare.

Riesco a distrarmi se sono impegnato ma non sono mai abbastanza impegnato per distrarmi  (sembra un gioco di parole ma purtroppo non lo è).

Ho una casa (stanza) nuova, ho dei mobili nuovi e ancora non ho avuto il coraggio di riempirli con la roba che mia madre è andata a prendere a casa sua. Non so neanche COSA mi ha ridato e cosa si è tenuta. Magari mi ha restituito tutti i regali o magari no, non lo so. Piango al solo pensare di andare al magazzino dove sta la roba a "fare una scelta".

Non riesco ad andare avanti. Continuo a tormentarmi con "potevamo essere felici"... 

Adesso chiudo. Devo piangere.

E' inumano. Troppa sofferenza.

venerdì 21 settembre 2012

senza commento

oggi, tornando a casa, mi sono fermato a fare la spesa.

La PRIMA spesa fatta per la mia "nuova casa". Da solo, per me solo, con cose scelte da me solo.

ho pianto per tutto il tempo.

giovedì 20 settembre 2012

questa stanza non ha più pareti...

oggi nuova rata di "montaggio mobili" (a proposito, mi cade un mito... tre mobili IKEA e neanche UNA brugola!). La mia stanza sta prendendo forma: letto, armadio, cassettiera, tavolino... siamo ad oltre il 50%.

Ho imparato le strade per tornarci, sto vedendo dove sono i negozi qui attorno, mi sto ambientando insomma. Eppure...


Eppure non riesco a non soffrire.

Dopo tutto questo tempo passato senza di lei, senza vederla (se non nella mia mente), facendomi violenza ed imponendomi di NON sentirla e NON scriverle il dolore si è leggermente attenuato. Non ho più le crisi in cui non riuscivo a respirare e mi raggomitolavo in qualche angolo singhiozzando. Adesso ho solo qualche crisi di pianto (una al giorno, in genere, quando la sofferenza si somma e sfocia in lacrime amare).

Cerco di ricordarmi e di ripetermi tutte le cose cattive (e definitive) che mi ha detto. A volte funziona e mi arrabbio per qualche momento, tralasciando la sofferenza ma poi torno a pensare che "...in fondo...nonostante tutto...".

Proprio non ci riesco ad accettare quello che è successo. Non posso farcela a pensare che lei pensi di me quello che io pensavo della mia ex-moglie. Che lei si senta SOLLEVATA DI ESSERE ALLA FINE RIUSCITA A LIBERARSI DI ME. 

Lei torna nella sua casa vuota della mia roba e - probabilmente - penserà "uff, era ora di togliere quella roba dall'armadio/scaffale/libreria". Io torno nella mia stanza vuota della sua roba e penso "nel primo cassetto del comò c'erano i suoi top e le sue canottiere". 

Mi manca più di quanto le parole possono esprimere.

Io capisco che la vita continua, che le storie finiscono, ecc. ecc. ma... Davvero non riesco a vivere con il cuore spezzato. Non so cosa si possa fare per aiutarmi... ma io non riesco a sopportare tutto questo dolore. Voglio la mia Tata. Perchè è successo questo? PERCHE'????

lunedì 17 settembre 2012

a new day has come...?

Oggi sono stato all'IKEA. Ho comprato i mobili per arredare la mia "nuova casa". 

Ho scelto da solo (con i consigli della mamma d'accordo, ma ho scelto io :-)), armadio, tavolo, cassettiera, ecc, ecc.

Così adesso ho un nuovo luogo in cui vivere, creato da me.

Suppongo dovrei essere contento, elettrizzato, emozionato. Nuova casa, nuova situazione, nuove persone da conoscere... Una parte - minoritaria - di me lo è.

Ma quello che ho pensato appena mi sono fermato un attimo dal correre su e giù per scale ed ascensori è stato: TUTTO QUESTO NON ERA NECESSARIO. Volevo solo essere felice lì dov'ero, non cercare la mia felicità altrove. Non volevo una nuova stanza in cui sistemare la mia poltrona POANG... volevo una nuova poltrona poang da sistemare nella mia vecchia stanza.
..this is the way you left me, I'm not pretending: no hope, no love, no glory, no happy ending... this is the way that we love, like it's forever, then live the rest of our lives, but not together...

Questo oceano di sofferenza finirà...?

mercoledì 12 settembre 2012

tra il dire e il fare

Sono passati tre mesi da quando sono uscito definitivamente da casa sua (decisamente molti di più da quando sono uscito definitivamente dal suo cuore), avrà ormai cancellato il mio nome dal suo cellulare (o l'avrà cambiato da Tato a quello) e adesso ha anche svuotato casa sua dalla roba non sua.

E io, che oggi ero in magazzino a fare il rientro, quando ho finito e sono ripartito verso Roma ho preso in mano il cellulare e automaticamente stavo componendo il messaggio "Tata, ho finito, sto arrivando, tu quando puoi uscire?".

Il dolore che ho provato quando ho realizzato che non c'era più nella mia rubrica "AA Tata" al primo posto, come è stato per 5 anni è stato - di nuovo - insopportabile.

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come disse quel poeta di Elio... tra il dire e il fare c'è di mezzo E IL...

me l'hanno detto tutti, ognuno a suo modo, che devo lasciar perdere:

il mio dottore ha detto che "devo lasciare la presa su questo simulacro di rapporto ormai defunto".

mia mamma dice che devo smettere di essere "il carnefice di me stesso".

quel ragazzo di classe dice che "CE DEVI STA'...E STACCE"!

Io lo so. 
Ma non ce la faccio e probabilmente non riesco a spiegare a tutti voi quanto sto soffrendo e quanto vicino io sia stato a perdere davvero il controllo. Due cose mi hanno salvato: mia madre e mia figlia, in quest'ordine. Ma non possono puntellarmi per tutto il resto della vita.

lunedì 10 settembre 2012

un passo avanti e uno (o più) indietro

ieri è stata una buona giornata (a parte il torneo provinciale di singolo dove ho fatto schifo e mi sono anche fatto male!) ma oggi, puntualmente, è arrivata la "punizione" per aver passato una giornata quasi buona.

Mia madre (santa donna!) è andata al posto mio a prendere "la mia roba" a casa della mia ex compagna (scrivere questa formula mi fa ancora salire le lacrime agli occhi...) e io adesso devo andare a vedere i pacchi, fare una scelta di cosa tenere e cosa buttare - resistendo alla tentazione di bruciare tutto per il dolore che mi provoca rivedere le cose che avevo/mettevo/vedevo/vivevo con lei - e ho paura e sto male.

Paura del dolore che SO mi provocherà aprire quelle buste e quelle scatole.

Io ho una - maledetta! - memoria fotografica. Di ogni cosa SO DOV'ERA A CASA (sua). Quindi rivedere ogni singolo oggetto o vestito mi farà pensare al posto che occupava, ad ogni volta che ci passavo davanti o lo prendevo per usarlo e al fatto che adesso quel posto è vuoto in quella casa e che magari già domani sarà occupato da qualcos'altro... e presto di qualcun altro.

Lo so che non è quello il punto.. Anche se rimanesse sola per tutta la vita questo non cambierebbe nulla della situazione e della mia sofferenza ma... immaginarla tra le braccia di un altro mi è - semplicemente - insopportabile.

Come ha commentato anonimo (chissà chi era?) nel post precedente "mi ero perso". Verissimo. Che mi stia ritrovando è cosa tutta ancora da discutere.

domenica 9 settembre 2012

casa

ho trovato una casa. Una stanza, s'intende, non posso permettermi una casa intera.

Per la prima volta da oltre 20 anni (dai tempi dell'Università) avrò un posto mio, da dividere con altre persone, certo, ma su un piano di parità.

Non sarò più IL MARITO DI mia moglie (figlia della proprietaria della casa) oppure IL COMPAGNO della mia compagna (unica proprietaria della casa).

Non so ancora cosa provo. 

Ma una cosa la so: mi comprerò la poltrona POANG dell'IKEA. Entrambe le mie compagne mi hanno detto - in tempi diversi - "non ci sta in casa".

Mi pare ben poca cosa come consolazione della perdita che ho subìto... ma questo è quello che ho.

sabato 8 settembre 2012

elaborazione del lutto

Questo è ciò che sto affrontando io, un lutto. 
Una perdita di qualcosa o qualcuno che per me era importante. Importantissimo.

Si deve riuscire a "lasciarlo andare". 

Come è successo con mio nonno (e mia nonna prima di lui, ma ero ancora troppo giovane per averne pienamente coscienza). Quando lui se n'è andato avevo 29 anni, ero abbastanza grande per farmi carico di aiutare (un po' almeno) mia madre e mia zia nella sua malattia, gli volevo bene e ovviamente non volevo che morisse.

Lui è stato fortunato e noi siamo stati fortunati, perchè ci ha messo - relativamente - poco tempo ad andarsene. Ma c'è stato comunque (c'è sempre) quel momento in cui qualcuno deve decidere che è ora di basta. 

Ad un certo punto era evidente che la partita era persa (è sempre persa, ma fino ad un certo punto non lo vuoi ammettere) e che era ora di smettere di lottare e accettare la sconfitta. 
Ma ci vuole forza (molta) e coraggio (molto) per saperlo fare. Per firmare un foglio e riportare a casa tuo padre dall'ospedale. Per riportarlo a casa sua, dove possa morire nel suo letto mesi o anni prima di quando sarebbe morto se l'avessero tenuto in ospedale e attaccato a svariati macchinari.

In quel caso la decisione l'ha presa mia madre. E aveva ragione. Spero di essere forte e coraggioso come lei, quando sarà il mio momento.

Nel frattempo, devo riuscire a decidere che è ora di basta di cercare di tenere in vita questo simulacro. Esattamente come nel caso di mio nonno con la demenza, la persona che guida quella macchina blu che io cerco ogni volta che passo davanti il suo ufficio, NON E' PIU' LA PERSONA CHE AMO.

Mio nonno è morto il giorno in cui nel suo cervello si è spenta la luce.
La mia storia d'Amore è morta il giorno in cui nel cuore di Samantha si è spenta la scintilla che la teneva in vita.

Quando mio nonno è morto ho sofferto come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una figura meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.
Adesso che è morta la mia storia d'Amore sto male come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una esperienza meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.

In entrambi i casi, ho fatto ciò che ho potuto per tenerli con me, ed in entrambi i casi devo accettare che non era in mio potere tenerli con me oltre il tempo che mi è stato concesso.

Staccare la spina al malato terminale non è difficile. Difficile è DECIDERE di staccargli la spina. Ora so quello che devo fare. Quello che non so è quanto tempo (ancora) e quanta sofferenza (ancora) mi ci vorrà per farlo.

martedì 4 settembre 2012

una giornata... normale

Oggi ho passato una giornata... "normale".

Mi sono svegliato... (alle 5.30!)... sono andato a lavorare e durante il lavoro ho pensato a tante cose (lei compresa, ovviamente) ma senza disastri, per una volta.

Sono tornato a casa abbastanza presto, ho fatto un piccolo riposino, ho fatto merenda e ho cincischiato al PC per un po'. Non ho fatto niente di utile per il mondo, né niente di particolarmente utile per me.

Tra poco esco perchè stasera ho un torneo di bowling e quando tornerò sarà ben ora di andare a dormire (ancorchè con il sonnifero).

Sembrerebbe una giornata normale - anzi, piuttosto fancazzista direi, lavoro a parte - di un uomo single, senza una famiglia o una compagna cui "rendere conto" del proprio tempo.

Immagino dovrei essere contento di una giornata del genere e in un certo senso lo sono. 
Ma (nel mio caso c'è sempre un ma) tutto questo mi sembra così privo di senso... di scopo.

Mi pareva infinitamente più "utile" passare la giornata con lei, anche solo a vederla preparare torte che non avrei mangiato. Ho sempre avuto quest'idea che "dedicare il mio tempo a lei" era meglio che occuparmelo per conto mio.

Mi sono sempre spiegato questa cosa con il fatto che l'Amavo. Ho sempre pensato che LEI fosse più importante di me. Che NOI fossimo più importanti di me.


domenica 2 settembre 2012

A new day has come

Praticamente comincia oggi il primo nuovo giorno della mia vita...

finite le vacanze, finita la parentesi con la mia cucciola e sua cuginetta (e mia madre) a farmi "da scudo" al gelo di questa città improvvisamente diventata ostile senza di lei.

Da oggi (domani, per essere precisi) comincia l'autunno, per me. Si ricomincia a lavorare, con la prospettiva di interrompere - qualche giorno - solo per Natale. 

Senza di lei.

Mi è stato chiesto "cos'è di questa donna, di questa storia, che ti ha colpito così nel profondo, da provocarti questa sofferenza così grave"?

Io non lo so. Perlomeno ancora non l'ho messo a fuoco.

Ma la sofferenza c'è. E' reale.

A volte riesco - almeno - ad essere arrabbiato con lei. Questo un po' mi aiuta a non essere solo sofferente PER lei. Ma ancora non basta. La rivoglio indietro.

Con il cuore rivoglio la mia Tata. Anche se so - con il cervello - che non esiste più.