sabato 18 agosto 2012

riflessione amarissima...

magari è capitato solo a me perchè sono io che ho qualcosa che non va...

quando io ho trovato una persona da amare, con cui stare e con la quale credevo di poter invecchiare insieme, sono immediatamente stato disposto a deviare la mia strada (sempre ammesso che io ne avessi una tracciata, s'intende) farla coincidere il più possibile con la sua.

Parliamo di sciocchezze (a che ora esci per andare/tornare a lavorare, usciamo insieme?; anche io metto i coltelli con la punta in alto nello scolapiatti) 
come di cose importantissime (il tuo lavoro è fondamentale, in fondo abitare a Roma mi piace; meglio una casa più grande in periferia che un monolocale in centro).

Ho trovato donne che invece avevano una strada loro (che magari cambiava nel tempo) ma che loro percorrevano con apparente sicurezza e senza bisogno del mio aiuto. Ho sempre avuto l'impressione che la frase - non detta - al fondo di tutto ciò fosse: 

"Vuoi stare con me? Io sto andando lì, se vuoi venire..."

Io sono sempre stato troppo debole o troppo innamorato o troppo spaventato dall'essere rifiutato per opporre qualcosa.

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Fin qui il rimpianto. Adesso viene l'atto d'accusa.

VOI DONNE (quelle che ho incontrato io, almeno, ma ne ho sentite anche altre di storie simili) all'inizio vi fate piacere questo tipo d'uomo: che vi cura, vi ama, vi adora, vi segue e vi serve, all'occorrenza. Che si interessa delle "cose da donne", che vuole conoscere le vostre amiche e la vostra famiglia, che è fiero di voi e che racconta a tutti che donna meravigliosa siete.

AD UN CERTO PUNTO, però, tutto questo diventa come per un malvagio sortilegio, pesante, asfissiante, immaturo, NON equilibrato.
Ad un certo punto "ho bisogno dei miei spazi"... "questa è una cosa mia che vorrei fare da sola"... "tanto la palestra non ti è mai piaciuta, ci venivi solo per stare con me" (APPUNTO!)
potrei fare altri mille esempi ma il concetto è chiaro.


Così finisce che LE STESSE COSE che facevo prima e che erano atti d'amore e di gentilezza, diventano segni di mancanza di personalità, indice della mancanza di una vita propria, potenziali prevaricazioni o comunque atti oppressivi.

6 commenti:

  1. adeguarsi a qualsiasi aspettativa altrui per la paura di essere rifiutato ci fa sentire deboli, inadeguati, spersonalizzati: produce isolamento, ulteriore paura, e depressione (mancanza di senso e malinconia) compensati da una forma occulta di controllo sulla vita dell'altra che però genera ansia etc, in un circolo vizioso. Hai mai pensato che quello che avevi in cambio per questo sacrificio (a chi e perchè?)non era sufficiente?

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  2. è esattamente come mi sento: debole, inadeguato, isolato, spaventato e depresso.
    Ero convinto di avere un'unica certezza: LEI. Ed era una convinzione erronea e fallace.

    Col senno di poi, è ovvio che niente di quello che AVREI POTUTO avere in cambio sarebbe stato sufficiente, ma la paura di essere rifiutato e rimanere solo è sempre stata più forte di qualsiasi forza di questo universo.

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  3. ..in una relazione si è sempre in tre...tu, lei/lui e la relazione, composta da tutto cio che si condivide assieme...che non puo essere tutto...perchè sarebbe una simbiosi devastante ... che non può essere nulla.... perchè non esisterebbe il rapporto...

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    1. e io sono passato bruscamente da QUASI TUTTO (lei era il mio primo e il mio ultimo pensiero) a NIENTE.

      E non riesco ad accettarlo. Mi manca.

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    2. Ciao sono tornata dalle vacanze e sto leggendo il tuo blog.
      Mi fa piacere condividere i tuoi pensieri e i tuoi stati d'animo.
      Mi fa anche piacere saperti a Roma con la tua cucciola e sua cugina dalla nonna.
      Non ho mai partecipato a un blog e non conosco il funzionamento: non si devono citare nomi? E' possibile scegliere se rispondere solo a te o pubblicamente? In entrambi i casi come si fa?
      Vedi sei tu che devi prenderti cura di me e non io di te!!!
      In attesa di aiuto ti auguro una buona giornata!

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    3. Ciao Vilma, mi fa molto piacere "averti a bordo"!

      Il funzionamento è semplice:
      rispondi ai "post", che sarebbero i messaggi (come hai fatto). Quello che scrivi è visibile - per il momento - a chiunque veda il blog.
      Puoi inviare quante risposte vuoi per ogni messaggio. Ogni risposta appare "sotto" il messaggio in questione e può essere a sua volta commentata da me o dagli altri che leggono il blog.
      Per rispondere solo a me devi inviare un messaggio di posta elettronica e non rispondere al messaggio del blog.

      Citare i nomi si può. La teoria è che al blog potrebbe, teoricamente, partecipare chiunque da qualsiasi parte del mondo, quindi fare nomi che hanno senso solo per me e te rende il messaggio poco comprensibile per altre persone che non siano me, te o la persona citata, ma non ci sono divieti. Il bello della rete è proprio questo: puoi fare grosso modo quello che vuoi.

      Aspetto i tuoi commenti! :-)

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