lunedì 10 dicembre 2012

spiacente...di nuovo.

c'ho provato. Davvero. In questi mesi c'ho provato con tutte le forze che avevo (e non erano molte).

Non ce la faccio.

Tutti i progressi fatti in questi mesi sono stati spazzati via dal 2 dicembre (6 mesi esatti che sono uscito da casa sua).

Sono un uomo distrutto. Sopravvissuto a causa (grazie a) mia figlia. Ma sono un uomo con il cuore a pezzi.

Passano i giorni e le settimane... quasi inutilmente.

Tornerò quando sarò di nuovo vivo.

giovedì 6 dicembre 2012

io c'ho provato ma... non ce la faccio

Sarà la coincidenza con i sei mesi dalla fine - ufficiale - della storia, sarà che in giro ci sono le "luminarie" di Natale e di questi tempi io stavo accumulando regalini da tenere nascosti in casa per poi fare tante sorprese al mio amore...

sta di fatto che sto di nuovo come quando ho aperto questo blog. Ho ricominciato a piangere tutti i giorni e ad avere le crisi di panico durante il giorno. Tornare a "casa" è diventata una minaccia e cerco di starci il meno possibile.

Che cosa succede se io il lutto non riesco ad elaborarlo? Non posso vivere in un perenne stato di disperazione...

Io ho dato tutto me stesso, tutto l'amore che avevo da dare, tutto il tempo che potevo e tutte le energie che avevo. In cambio volevo una donna che mi amasse, almeno un po'. Non è giusto quello che è successo. Non riesco a superarlo.

E lei neanche lo sa quello che mi ha fatto. 
E se lo sapesse magari non gliene fregherebbe niente.

domenica 2 dicembre 2012

SEI

oggi è il 2 dicembre.

Sono esattamente 6 mesi che sono uscito da casa di Samantha.

Sento di essere ancora all'inizio dell'elaborazione del lutto.

martedì 20 novembre 2012

gravissima ricaduta

questo blog è nato per sfogare il dolore che provavo e che provo ancora.
Ci sono stati momenti terribili, momenti dolorosissimi e momenti in cui sembrava di vedere uno spiraglio.

Sono passati mesi, c'ho ragionato su ogni fottuto giorno e molte fottutissime notti, mi sono dato tutte le spiegazioni ragionevoli e anche quelle non ragionevoli e nessuna di queste cose ha fatto passare questo dolore lancinante che provo.

Oggi è una giornata nerissima (e ne verranno altre). Mi hanno invitato alla cena aziendale di Natale (un po' in anticipo, direi...). L'ultima volta ci sono andato, elegante e bello come il sole, al braccio della mia bellissima compagna.

Quando oggi m'hanno detto che c'era la cena, sono riuscito a malapena ad allontanarmi dal gruppo di colleghi, prima di scoppiare a piangere.

Con oggi comincia il delirio di "UN ANNO FA QUESTO LO FACEVO CON LEI..." Tra poco arriva Natale, poi Capodanno, poi il suo compleanno, poi la coppia S. Valentino - 8 marzo.

Quando finirà questo calvario?

mercoledì 14 novembre 2012

meglio solo che (male) accompagnato?


Sono solo e non mi piace esserlo. Ma non ho la forza, la voglia e il tempo di cercare donne. Per di più, sono incazzato nero con queste donne "assertive". Sono stato ferito gravemente. Sono sopravvissuto per pura fortuna e alterno sofferenza insopportabile a furia repressa.

Un momento piango per non essere più il Tato della mia Tata e il momento dopo schiumo rabbia verso quella donna che si è permessa di trattarmi in quel modo orribile. Sarei ancora disposto a prostrarmi sotto casa sua pur di essere riammesso "alla sua presenza" e poi vorrei prenderla a schiaffi (metaforicamente!) per punirla delle offese arrecatemi.

La rivedo nella mia mente e me la ricordo bellissima e seducente e poi ci penso e mi dico che tutto sommato...

Qua non si tratta di sesso... Vorrei avere un'altra donna da corteggiare. Io sono un uomo d'altri tempi. Vengo da un altro millennio. Per me avere una donna significa corteggiarla, farle regali, sorprese, il baciamano, darle il braccio mentre camminiamo. Galanterie ormai dimenticate.

Ma ora...ora non so se la voglio. Non voglio una di queste ragazze convinte di essere fighe e intelligenti e alte e belle e bionde e... Sono ferito e disilluso. Basta con ste tizie che vogliono tutto. E soprattutto basta con queste tizie che sanno di valere tutto. Moderne quando vogliono e all'antica quando gli fa comodo. Se gli apri la porta o gli regali dei fiori fanno le "infastidite", però quando è ora di pagare l'aperitivo o la cena si aspettano che paghi tu perchè "sei tu l'uomo". Quando si "cazzeggia" sono le prime a sparare cazzate perchè "sono moderne e alla pari" e poi se te ne esci con una frase o un gesto diverso se la prendono perchè adesso esageri. Flirtano con tutti e fanno le disinibite (e sono stato buono) e poi cadono dalle nuvole quando qualcuno ci prova o, comunque, le prende sul serio. E soprattutto basta con ste tizie che pretendono (e giustamente, cazzo!) di essere trattate alla pari in quanto a lavoro, studio e capacità e poi fanno le donnine quando si tratta di comportarsi alla pari. Sei un essere umano come me? Mandiamo una volta per tutte affanculo le "differenze di genere"? Bene, io sono d'accordissimo (con la madre che ho e con la storia che ho avuto non potrebbe essere diversamente) ma io pretendo coerenza con quello che dici. Se siamo alla pari, ci vediamo in pizzeria, non ti passo a prendere. Se siamo alla pari e usciamo insieme, paghiamo ognuno la propria metà, non ti offro la cena per il piacere della tua compagnia. ecc. ecc.

E se, viceversa, io faccio l'uomo della situazione... ti invito a cena e ti porto i fiori ecc. ecc. allora tu fai la donna, per tutti i diavoli!

Il maschio è in crisi (e io più di altri maschi) e noi uomini probabilmente non sappiamo che cazzo fare, ma anche voi donne avete parecchio rotto le balle. Per usare una frase di quelle che mia mamma mi ricaccerebbe in gola ( :-) ) Avete voluto la parità? Beh, adesso dovete meritarvela e mantenerla.

Cazzo non permetterò mai più a me stesso di trattarmi così a merda come mi sono (fatto) trattato mentre stavo con Samantha. Da solo starò anche di merda ma basta mettere il mio cuore in mano a gente che me lo farà a pezzi. SE dovrò ritirare fuori il mio cuore dal forziere di ferro chiuso a tripla mandata dove me l'ha fatto mettere Samantha, non sarà per qualche tizia che si crede chissà cosa solo perchè è femmina. Se devo morire solo, morirò solo ma non SOLO MENTRE SONO FIDANZATO (mia mamma sa cosa sto dicendo, chi non capisce mi chieda spiegazioni).

er macchinettaro...

Come diceva quell'indimenticabile (per me) citazione di "Amici Miei": è tutta una catena di affetti che né io né lei possiamo spezzare...

Ho impiegato mesi della mia vita a cercare dei lati positivi in questo lavoro di merda che faccio, superando quel senso di umiliazione che ho sempre provato nell'essere passato dal fighetto davanti alla macchinetta del caffè a quel poveraccio che la riempie, la macchinetta del caffè.

Mi sono ripetuto per ore ed ore, giorni e giorni che era un lavoro "facile", che non ero più così sotto stress come sono stato per anni, che non dovevo rispondere a degli stronzi con scritto Dott. sulla scrivania, che finivo presto e che era pesante, si, ma poi non così tanto, dopotutto.

Soprattutto... questo lavoro era ottimo per stare con lei. Forse l'unico motivo per cui davvero l'ho accettato. Cominciavo presto - e mi dava modo di accompagnarla al lavoro, stando con lei fin dall'inizio della giornata - e finivo presto, potendo andarla a prendere quando usciva e stando con lei alla fine della giornata lavorativa.

Il mio strizzacervelli dice che non devo valutare una decisione presa in un dato momento alla luce di cosa è accaduto molto tempo dopo. Tradotto: non devo lamentarmi adesso del lavoro di merda che ho scelto perchè mi permetteva di stare tutto il tempo possibile con Samantha alla luce del fatto che adesso Samantha non c'è più ma il lavoro di merda è rimasto... TUTTAVIA.. Samantha non c'è più e io mi trovo con un lavoro di merda e senza la ragione per cui l'ho scelto.

martedì 6 novembre 2012

sono stanco e fragile

Una giornata durissima, oggi al lavoro. 
Quando sono stanco, sono più debole, più fragile. Più bisognoso di quell'abbraccio consolatorio che non ho più. Oggi più di ieri avrei voluto tornare a casa e trovare lei.

Ho saputo che sta tagliando fuori dalla sua vita il mondo intero. Non solo me. Questo dovrebbe "consolarmi", no? Se è lei che è "impazzita", allora non è (tutta) colpa mia se è finita tra noi, giusto?

Sicuramente questa notizia mi fa sentire "meno responsabile". Il mio delirio di onnipotenza non arriva fino al punto di essere razionalmente convinto di poter risolvere tutti i problemi delle persone.

Tuttavia ci sono altre riflessioni nel mio stream of consciousness... Non sono riuscito a salvare Patrizia dai suoi demoni (ma lì, almeno, ero piccolo), non sono riuscito a risolvere i problemi di Monica, non sono riuscito a impedire che Samantha "scapocciasse" (parola sua). I casi sono due: o io trovo tutta gente dai problemi irrisolvibili oppure... PORTO SFIGA!

In realtà c'è una terza possibilità... Non puoi salvare chi non vuole essere salvato. E chi non ti da' la possibilità di salvarti non vuole essere salvato. Io lo so bene. Quando ero chiuso nel mio castello - apparentemente - dorato con Monica, nessuno poteva salvarmi, nessuno poteva tirarmi fuori. Non ho dato a nessuno la chance di entrare nel mio mondo finchè non ho deciso io che bastava.

Ad un certo punto - per mille motivi che non so, non capisco e non voglio discutere di nuovo adesso - Samantha mi ha tagliato fuori. Non potevo farci niente, non ho potuto farci niente. E' stata una scelta sua. Non mi ha dato nessuna chance reale di farci qualcosa.

Dio solo sa quanto  questa cosa mi faccia male. 

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Giusto ieri discutevo del fatto che si cresce con la sofferenza, con i rifiuti e con le difficoltà. Io non volevo affatto crescere. Stavo bene piccolo. Non mi fregava niente di "raggiungere una migliore consapevolezza di me stesso", fanculo!
La vita rimane una merda, secondo me. Per un momento di autentica felicità ce ne sono MILIARDI di schifosa mediocrità e MILIONI di orrenda sofferenza. Non si pareggia. Per niente. 

lunedì 5 novembre 2012

succedono cose incredibili su questo pianeta...

Il bowling pare essere l'unica cosa che funziona nella mia vita, al momento, esclusa la famiglia (ossia i miei genitori, mia zia e mia figlia).

Dopo il martedì "di gloria" del post precedente, nel quale avevo giocato oltre le mie possibilità e fatto un risultato eccellente avevo deciso di farmi un regalo.

Mi sono iscritto ad un torneo "vero". Sempre un torneo federale ma uno a premi, uno di quelli in cui arrivano "gli squali" perchè sentono l'odore del sangue. ;-)

Infatti, quando l'ho detto al mio coach e alla mia squadra, tutti mi hanno detto che stavo buttando dei soldi e che avrei preso degli schiaffi fortissimi e che mi avrebbero preso a calci in culo, ecc. ecc.

Ma io ero, per una volta, sicuro dei miei mezzi. Non andavo lì per vincere, certo, ma volevo misurarmi con quelli forti (serie A, B e C) "nell'acqua alta dove non si tocca" e vedere fin dove riuscivo ad arrivare.

Volevo provare a me stesso - al mio coach, al mio capitano e alla mia squadra - che potevo giocare 6 partite contro gente più forte di me, perdere com'era giusto, e non perdere la testa alla seconda partita prendendo a calci le bocce!

Così mi sono presentato al Quick Rich di Lavinio, e...

seguite il link per sapere com'è andata! :D

per aspera ad astra, gente!

mercoledì 31 ottobre 2012

la seconda luce (altrettanto piccola e lontana)

Stasera è Halloween. Una festa che, peraltro, ritengo stupida perchè "adottata" dagli italiani senza neanche sapere cosa sia o cosa significhi.

Io mi preparavo a stare in casa (tra l'altro c'è in corso una mezza tempesta) a guardare qualche film e andare a letto presto (domani ho un torneo di bowling). 

Invece oggi ho sentito amici che mi hanno invitato ad andare alla festa del bowling brunswick dove ci sarà anche una ragazza che "mi trova simpatico"... 

pur considerando che SIMPATICO in genere significa.... simpatico!!! (e tutti sappiamo che significa essere simpatico ad una ragazza!) :-D

pur considerando che chi me l'ha detto potrebbe anche avermi preso in giro

pur considerando che magari la ragazza scherzava o lo diceva per pura pietà

pur considerando che potrei morire sotto la tempesta tentando di raggiungere il bowling per la festa...

Questa assomiglia drammaticamente ad una buona notizia!

Quindi adesso mi vado a preparare, mi lavo e mi stiro, mi metto una giacca (ora non esageriamo, non sono un ragazzino e non mi metto certo la maschera da vampiro!) e vado alla festa a "fare il simpatico" con gli amici e questa ragazza!

Continua a sembrarmi triste ed uno spreco insopportabile che io non ci vada con Samantha a qualche stupida festa di halloween ma... ad un certo punto... se non ho avuto la forza (per fortuna) di farla finita... dovrò prima o poi cercare di mettere la testa fuori dal guscio. LENTAMENTE, s'intende.

Prometto solennemente a me stesso e a tutti voi "virtualmente" presenti che non mi innamorerò perdutamente di nessuna stasera, dovessero anche buttarmisi ai piedi (probabilità che, francamente, è assai remota!)

Happy Halloween everybody. Enjoy!

la prima luce (ovviamente lontana) in fondo al tunnel...

D'accordo signori, facciamo un patto. 
Io ho qualcosa di ottimista e positivo da scrivere (e lo scriverò) ma voi non consideratelo come "l'uscita dal tunnel" ma solo come una luce (ovviamente piccola e lontana) in fondo al succitato tunnel, d'accordo?

Ieri sera ho giocato a bowling nel "solito" torneo del martedì. Lo scorso martedì avevo avuto una buona serata e avevo vinto la mia categoria, quindi ieri giocavo gratis, che è già una soddisfazione e soprattutto ero "atteso" per confermare il periodo positivo.
Beh, ieri sera ho giocato la mia miglior serie (3 partite) di sempre, con una media birilli pari ad una serie A e infatti ho vinto tutte e tre le partite, preso il bonus punteggio (che scatta solo oltre una certa soglia) e mi sono classificato primo della mia categoria e secondo in assoluto (sconfiggendo una fila di serie C, B e 8 serie A).

Ne sono felice ed orgoglioso, soprattutto perchè viene dopo un grosso lavoro sul "gioco mentale" (cioè sulla capacità di mantenere la concentrazione per tutto il gioco) ed è una cosa che ho fatto IO, PER ME e che fa piacere A ME. Mi sono preso una bella rivincita, tra l'altro, su altri che hanno fatto gli splendidi per mesi e adesso sono settimane che prendono schiaffi e il mio Capitano e coach mi hanno fatto grandi complimenti.

E' importante, per me, al di là della squadra di bowling, perchè il "gioco mentale" di cui parlavo sopra consiste nel non farsi distrarre, durante il gioco, da nulla e rimanere concentrati sui movimenti da fare e sui birilli da abbattere. Ovviamente in questi mesi, l'unica cosa su cui riuscivo a rimanere concentrato era il dolore di aver perso la mia ragazza e il pensiero di me senza lei e di lei senza me.
Il fatto che sia riuscito, per tre settimane di fila, almeno a giocare a bowling rimanendo concentrato su quello è importante. Non è un granché ma è importante. Fino ad un mese fa, giocavo a bowling guardando chi entrava, sperando e temendo che entrasse lei, magari insieme ad un altro.

lunedì 29 ottobre 2012

ho cambiato almeno il motivo per cui piango... butta via!

Oggi è stata di nuovo una giornata durissima. Dura al lavoro, pesante fisicamente e psicologicamente. E dura per me e per il mio processo di - lentissima - guarigione.

Ho di nuovo pianto calde lacrime. Copiose.

Ma c'è una novità... importantissima. Non ho pianto per lei. Ho pianto per me.

Ho pianto per quel pover'uomo che ha scoperto davvero di amare quella donna poco tempo prima che lei smettesse di amare lui. 
Ho pianto per quel poveraccio cui è stato detto "così non va, o cambi o me ne vado". Io ho fatto qualsiasi cosa per cambiare (perlomeno tentare) e lei se n'è andata lo stesso. 
Ho pianto per quell'uomo che ha passato 6 mesi che augurerei solo al mio peggior nemico (sapendo di augurargli l'inferno). Mesi in cui io ho lottato con tutte le mie forze (e oltre) per trattenere qualcuno che aveva già deciso di andarsene
Ho pianto per quell'uomo cui è stato detto "torna, riproviamo" quando io era il solo a voler riprovare
Ho pianto per quell'uomo cui non è stato nemmeno detto "vattene, è finita" ma che ha dovuto trovare da solo le forze per dire "me ne vado, così non posso restare", prendendosi la responsabilità di essere lui quello che se ne andava dal luogo dal quale non avrebbe mai voluto andarsene nei secoli dei secoli...
Ho pianto per quell'uomo che ha perso la donna che trovava meravigliosa, bella, sexy e che  nonostante l'evidenza dei suoi comportamenti crudeli non riesce a non amare ancora.
Ho pianto per quell'uomo che sta combattendo contro la tentazione di mandarle dei fiori per il suo compleanno o di regalarle la "nostra" rosa di stoffa per Natale (il nostro modo di contare gli anni insieme).
Ho pianto per quest'uomo che ancora oggi passando davanti l'EUR con il furgone dopo il rientro in magazzino pensava: "chissà se è venuta in macchina, oggi, e chissà se le farà ancora male il ginocchio a guidare... com'era bello poterla andare a prendere e portarla a casa, risparmiandole fatica e dolore". Io mi preoccupo dopo mesi del suo ginocchio infiammato... e lei quanto si è preoccupata del mio cuore lacerato?

domenica 28 ottobre 2012

mi lamento, come sempre, ma magari c'ho anche qualche ragione...

sto tornando a Roma dopo l'ennesimo weekend a Bologna con Martina Diamante.

Sono, come sempre, stanco. Tanto stanco. Dentro e fuori. E' difficile fare il padre "a distanza". Dedicarmi per tutto il fine settimana (adesso sto provando a prenderla il venerdì sera) a lei, solo a lei. Cercando di pareggiare in 48 ore "piene" tutto il vuoto che ho lasciato andandomene dalla casa dove lei vive.

Fare la parte del papà "da weekend". Quello che la fa giocare, divertire e tuttavia cercare di non perdere la parte autorevole dell'essere padre. Combattere ancora la guerra con sua madre, sostenere il mio ruolo di padre e non di baby sitter per due giorni ogni quindici.

Essere autosufficiente, cucinare, fare la spesa, preparare i letti, seguirla e guidarla. Limitarla quando esagera. Darle qualcosa di cui essere contenta senza finire a fare "quello che dice sempre si".

E cercare di non pesare su di lei. Sono suo padre, devo essere io a darle sostegno e forza, ad essere una figura di riferimento per lei. Essere onesto e schietto con lei. Mi sono imposto anni fa di non mentirle mai. Niente menzogne. Il massimo che mi sono concesso è stato non dirle per primo certe cose "scomode" ma a domanda diretta ho giurato a me stesso di risponderle sempre la verità.

E' una brava bambina. E' intelligente. Mi vuole bene e non fa - troppi - capricci. E ha dovuto affrontare una situazione difficilissima, forse ancora peggiore della mia ai miei tempi. Almeno mio padre e mia madre non mi hanno mai usato per colpirsi a vicenda, come ha fatto la mia ex-moglie con me.

Negli ultimi mesi, poi, ho cercato di nasconderle la sofferenza che provavo. Inutilmente. I bambini hanno le antenne sensibilissime. Se anche lei non mi ha detto niente per tanto tempo...ha visto e capito molto più di quanto avrei voluto. Fino a quando mi ha chiesto direttamente: "non chiami più Samantha ogni giorno, vi siete lasciati"?

Così si è capito che l'adulto tra i due non sono io. ;-)

Così mi ha scodellato la fenomenale battuta sulla mancanza ("...ti manca tanto, papà? Lo capisco, quando mi hanno tolto i pan di stelle per la dieta sono stata malissimo anch'io...") :-)

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In tutto ciò, tornando a "casa" la domenica sera io ho sempre avuto bisogno di un abbraccio consolatorio. Ne avevo "diritto"? Era "giusto" che me lo aspettassi? Non lo so e non voglio aprire adesso la discussione. Dico solo che ne ho (ne avrei) un disperato bisogno.
Sono un uomo che ama sua figlia. Sento il peso delle scelte - sbagliate, obbligate, giuste, inevitabili - che ho fatto e che ricadono su di lei e ogni volta che la riporto da sua madre e che lei mi augura "...buon viaggio, papà, alla prossima volta..." mi viene da piangere.
Torno a "casa" stanco, svuotato di energie fisiche e psichiche e vorrei solo qualcuno che mi abbracciasse e mi dicesse "...andrà tutto bene...". 

Invece torno a Roma in una nuova "casa" vuota. Nessuno mi attende, meno che mai per consolarmi delle mie sofferenze, e domani mattina alle 6.15 devo essere all'appuntamento con il mio responsabile d'area che sta cercando il modo per farmi lavorare di più.

Si, sono un rompicoglioni che si lamenta sempre. Ma qualche volta, magari, ho anche qualche ragione. O no?

mercoledì 24 ottobre 2012

sotto choc

è come se fossi "sotto choc" (o forse sono sotto choc).

Il tempo passa e il dolore è diminuito forse del 5%. Ora non ho più crisi di pianto ad ogni giorno che Dio manda in terra. Ora riesco a passare ore ed ore senza crollare. Riesco a passare intere serate (o pomeriggi) senza piangere.

Ma niente si è risolto, ancora. Niente è "passato", ancora. Ancora mi sembra irreale ciò che è successo. Ancora non vedo un futuro per me. Ancora ripenso alla mia vita con lei. Ancora la rivedo nella mia mente, più bella che mai.

Soprattutto, ancora non riesco a fare nulla. Lavoro (devo farlo), vado da mia figlia nei miei weekend (devo farlo), faccio le lavatrici (devo farlo, quando finisco la roba pulita), mangio almeno una volta al giorno (devo farlo quando mi gira la testa) ma non c'è nulla che faccio che davvero voglio fare.

Un'unica cosa sto facendo che mi piace: stare seduto sulla mia poltrona boliden di ikea, che ho comperato per la mia nuova stanza. Tutto il resto serve solo a far arrivare l'ora in cui posso prendere il sonnifero e chiudere la giornata.

Non riesco neanche a PENSARE a cosa potrei voler fare, figuriamoci fare qualcosa che potrei voler fare. Mi sento, appunto, come dopo un incidente: sotto choc.

Era una delle cose di cui avevo paura. Uscire da questa cosa talmente devastato da non trovare nulla su cui ricostruire. Spero - con tutte le mie forze - che sia un periodo, che sia ancora troppo presto, che sia un momento che deve passare..

Vorrei uscire con qualcuno, conoscere gente nuova, possibilmente donne nuove, ma non ne ho  la forza. Forse non ne ho neanche la voglia. Sono stanco. Demotivato. Scoraggiato. Spaventato. Affranto.

Ho fallito con il mio matrimonio, ho fallito con la mia convivenza. Ho fallito con il mio lavoro. Ho fallito con i miei amici (praticamente non ne ho). L'unica cosa in cui SEMBRA io stia riuscendo (ed è tutto da vedere...) è fare il padre.

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Oggi, ad esempio, sono tornato dal lavoro al solito, sono entrato in casa, mi sono messo al pc sulla mia poltrona e non sono riuscito a convincermi a fare nulla. Ho i panni stesi da ritirare, potrei/dovrei fare un'altra lavatrice, potrei/dovrei andare a prendere qualcosa dei miei bagagli al magazzino, potrei/dovrei andare a cena da mia madre...

Cerco di tenermi impegnato. Guardo film, serial tv, partite di bowling, sketch comici. Tutto, purchè il mio cervello stia concentrato su qualcosa che non sia me, o lei, o noi o la mancanza di queste cose.

Non riesco a cucinare perchè poi dovrei lavare i piatti e questo lo facevo "da lei". Non voglio fare la lavatrice perchè poi dovrei ritirare e sistemare i panni e questo lo facevo "da lei". Non voglio andare a prendere i bagagli perchè poi dovrei sistemarli nell'armadio come erano messi "da lei". 

Lo so che devo uscire da questo schema catastrofista secondo cui è successo qualcosa di eccezionale e io sto male in maniera eccezionale e la mia vita è distrutta, ecc. ecc.
Ma io mi sento male in maniera eccezionale e la mia vita mi sembra distrutta.

Gente, vi assicuro che io ci sto provando. Mi sto dedicando al bowling con serietà per dimostrare a me stesso (ed agli altri bowlingari) che posso fare qualcosa da solo ma non basta. La mia vita emotiva era preponderante su tutto il resto ed è stata azzerata. 

Sono sotto choc.

giovedì 18 ottobre 2012

musica

Per chi non lo sapesse la musica influenza le emozioni umane.

Così la musica che ascolto in continuazione (chiunque mi incontri può testimoniare che ho sempre le cuffie in testa o quasi) serve a calmarmi, darmi forza, farmi ricordare e quindi piangere, farmi passare le lacrime ed altre cose.


Ci sono alcune canzoni - in questo periodo - che hanno un senso più delle altre.

La prima, ovviamente, è Turning Tables di Adele, i cui versi hanno dato il titolo a questo blog. Come quasi tutti sanno il disco "21" di Adele è tutto dedicato ad una sua delusione d'amore, quindi si intona benissimo al mio stato d'animo (a parte il fatto che io ancora non ne sono uscito, quindi la parte speranzosa è ancora prematura). Quasi tutto quel disco mi si adatta: Set fire to the rain, Rolling in the deep...

Recentissima è I Believed in You degli Skunk Anansie. Dice ho creduto in te, beh, mi sbagliavo! Dice anche ho creduto che tu avresti salvato il mio mondo, come Superman o Dio, beh, mi sbagliavo. Chissà perchè mi sento chiamato in causa... :-(

Una che mi piace quando la rabbia si fa sentire è You oughta know di Alanis Morrissette. Indicatissima quando dice 
you told me you'd hold me until you died, but you're still alive
fantastico, no?



Poi ci sono le canzoni che mi danno forza e mi distraggono, addirittura mi caricano. Guarda caso tutta roba con chitarre pesanti.

Hell's Bells, Back in Black, Highway to Hell e Let me put my love into you degli AC/DC

Sweet Child o' mine, Paradise City, Estranged dei Gun's and Roses

It's only Love di Brian Adams e Tina Turner


Nei rari momenti in cui sono speranzoso... When I'm back on my feet again di Michael Bolton. Un po' strappalacrime, magari, ma un giorno... chissà


l'ultima in ordine di tempo è spiritosa, triste e azzeccatissima: Y10 Bordeaux di Daniele Silvestri. Andate a cercarla e capirete!

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Rimangono poi i classici. Dire Straits, il Boss, Eric Clapton, Elton John...
Io sono un fanatico di Freddie Mercury e dei Queen, ma anche lei e li ascoltavamo sempre insieme, quindi adesso... diventa dura non piangere.


voltare pagina...?

tra le tante cose che non capisco del mondo una mi ha sempre fatto impazzire.


Io non sono mai stato capace di "voltare pagina" fino in fondo. Sono sempre rimasto - praticamente fino ad oggi o quasi - da qualche parte di me legato a Silvia. Ho sempre rimpianto Patrizia. Ed ora - miliardi di volte di più - non riesco a staccarmi da Samantha.

Le persone - non tutte certo, ma molte almeno a parole - invece fanno punto e a capo. Voltano pagina, cambiano vita, cambiano strada. SE NE FANNO UNA RAGIONE.

Un po' come quando si dice: chi non mi vuole non mi merita, no?

Ora mi chiedo: ma sono io che non ci riesco perchè non sono capace, sono avariato, mi manca qualcosa, ho dei problemi o cosa?

Oggi stavo lavando i piatti dopo aver mangiato, ho automaticamente sollevato il piatto per metterlo nello scolapiatti con lo stesso identico movimento che facevo per metterlo nello scolapiatti della casa di Samantha, dove lavavo sempre io i piatti, e in uno di quei flashback che fanno vedere al cinema mi sono rivisto la vita a casa sua, con lei, ed è stato come se non fosse passato neanche un giorno. Io, semplicemente, non ci riesco a voltare pagina.

Vorrei chiamarla e chiederle come fa lei a stare senza di me ma poi?
Mi dovesse rispondere: "era ora ti levassi dal cazzo, non ne potevo più di te" rimarrei spezzato dal colpo e poi passerei la vita a chiedermi come ho fatto ad arrivare a quel punto senza accorgermene???

Se invece mi rispondesse: "mi dispiace immensamente, piango anch'io tutti i giorni ma non so cosa farci, non ti amo più" rimarrei spezzato dal colpo e poi passerei la vita a chiedermi come ho fatto ad arrivare a quel punto senza accorgermene???

Evidentemente non ci sono altre risposte possibili, a parte varianti delle prime due, perchè se avesse voluto dirmi: "ti amo ancora, torna" mi avrebbe chiamato lei, quindi non ha senso che io la chiami.
Eppure continua a sembrarmi irreale che io non la veda mai più (a meno che non succeda per caso a Roma), non riesco, appunto, a farmene una ragione.

lunedì 15 ottobre 2012

per il momento da solo non so davvero che cazzo fare nella vita...

Uno dei punti cruciali di tutta questa merda che sto passando (a parte il dettaglio che la donna che amo mi ha schifato) è che io non avevo e forse non ho mai avuto una vita mia e mi sono appiattito (non del tutto per colpa mia ma è un discorso lungo questo da fare sulla poltrona dello psichiatra) sulla vita delle mia compagne (Monica prima, Samantha poi).

Con Samantha è andata anche peggio che con Monica, perchè all'epoca di Monica ero un uomo in carriera e non ero disposto a transigere sul mio lavoro (questo dovrebbe spiegare molto del tipo di amore che c'era tra me e Monica ma, di nuovo, è un discorso lungo da fare sulla poltrona dello psichiatra) mentre con Samantha ero così tanto innamorato da considerare il lavoro solo tempo rubato allo stare con lei.

Ora non ho più una compagna. Ho tempo libero e sono un uomo libero. Posso finalmente fare quello che voglio, quando voglio. Fermo restando che devo lavorare e che devo provvedere alla mia manutenzione (questa frase un giorno verrà inserita nella Treccani con sotto una foto di mia mamma!), posso finalmente fare le cose che mi piacciono, quando mi piace farle.

Per il momento ho scoperto che mi piace...
...non lo so.
Però so quello che ho fatto (lavoro e manutenzione a parte, appunto). 

Ho pianto per Samantha, ho guardato decine e decine di episodi di serie televisive e decine di film sul PC e ho giocato a bowling.

A giudicare da quello che ho fatto... da solo non so davvero che cazzo fare.
Che tristezza d'uomo!

domenica 14 ottobre 2012

mi manca...

domenica sera... di un weekend che chiunque definirebbe "ok".

Sabato mi sono svegliato tardi, sono andato a giocare a bowling per conto mio per allenarmi, poi ho fatto la spesa, sono andato a cena da mia madre e la sera sono uscito con Danilo e Amalia che - non so se apposta per me ;-) - ha portato la sua collega Tania con sé (una ragazza bella e giovane). Una serata leggera, un pub, qualcosa da bere, quattro chiacchiere "senza impegno". 

Nessuna pretesa, nessun obbligo. 
Persone che escono un sabato sera a bersi una cosa, nient'altro.

Domenica mattina sveglia presto, invece, torneo di bowling (Regionale Singolo) nel quale ho anche giocato bene (4° classificato per 6 birilli!!!), poi cena da mia mamma e adesso sono a casa a rilassarmi e prepararmi per andare a letto presto.

Cosa c'è che non va? Cos'è che manca? Per quale motivo non dovrei essere felice, o perlomeno TRANQUILLO? Perchè non c'è lei? Perchè ero senza ragazza? Perchè?

Mi manca l'essere in coppia. Mi manca avere lei vicino. Mi manca tornare a casa, anche dopo aver giocato a bowling da solo, a riabbracciarla. A baciarla. A festeggiare con lei la vittoria o farmi consolare da lei della sconfitta. Mi manca non potermi più fermare ad un fioraio tornando per comprare una rosa. Mi manca non poter più guardare i negozi di vestiti o di accessori o di profumi segnandomi quello che avrei potuto regalarle per farla felice, per vederla sorridere.

Sono innamorato. Ancora. Capisco che sia finita. Capisco che lei non lo è più da molto tempo. Capisco che devo andare avanti (e lo sto facendo, in realtà). Capisco che non posso vivere tutto il resto della mia vita piangendo perchè ho perso lei. Capisco tutto e molto di più ma... Sto male. Posso?

Niente dura per sempre, le storie finiscono, ecc. ecc... 
Vanno bene tutte le cazzate psicologiche, vanno bene tutte le spiegazioni zen, va bene tutto ma io avevo appena scoperto di essere davvero innamorato di lei. E probabilmente per la prima volta nella mia vita.
Ho passato mesi infami, forse anni, in preda alla depressione e allo sconforto e in tutta quella merda il mio Amore per lei era l'unica luce. Poco tempo dopo aver finalmente capito che era la prima volta che amavo davvero qualcuno... era finita (per lei).

Io capisco che "la mia Tata" così come la ricordavo io non esiste più. Ma io faccio veramente fatica a vivere senza di lei. A me piaceva essere Tato. Essere Davide non mi basta. Non ancora, perlomeno.

Come dice il mio psichiatra fenomenale... Basta con le esagerazioni drammatiche, basta con il troppo amore, basta con la troppa sofferenza. Sarà che io sono molto intenso nelle mie manifestazioni (definizione fantastica, non trovate?) ma io mi sentivo (e mi sento ancora, purtroppo) TANTISSIMO innamorato di lei e mi sento TANTISSIMO sofferente per non avere più il suo amore. E mi sento TANTISSIMO spaventato dall'essere solo. E mi sento TANTISSIMO ferito dal suo abbandono.

Io ci sto provando a non star male. Lo giuro. Ma quando sto male... sto male da morire. 

L'idea che lei non mi ami più, che stia MEGLIO senza di me mi fa l'effetto di un ferro rovente sulla pelle. L'idea che presto (se non già ora) ci sarà un altro al suo fianco, un altro cui sorriderà mi fa piangere dal dolore.

Un giorno, forse, riuscirò a pensare che è lei ad averci perso. Che anche io sono uno che merita. Ma per adesso... piango.

l'analisi, questa esperienza meravigliosa!

il mio psichiatra (che si è finto solo psicologo per anni per rifiutarsi di prescrivermi farmaci!) è un tipo fantastico.

E' un vero peccato che il nostro sia un rapporto professionale, perchè sarebbe stato interessantissimo averlo come amico. 

Ogni volta che vado da lui (non troppo spesso, sfortunatamente) gli faccio una specie di "riassunto" delle cose importanti successe nel tempo intercorso dalla seduta precedente.
Spesso, nei mesi scorsi, questo riassunto durava minuti e minuti ed era "denso" di cose drammatiche, dolorose, pesanti e - per me - rilevantissime.

L'ultima volta gli ho detto che, per una volta, non era successo niente di drammatico, che io stavo ancora soffrendo ma un pochino meno di quando volevo farla finita e che ero riuscito a passare quasi un giorno intero senza disperarmi.

Ho concluso il mio riassunto con "...quasi mi sento deluso che non sia successo niente di drammatico da raccontarle...". La sua risposta mi ha spiazzato e mi ha fatto ridere.

Ha risposto, parola più parola meno "ERA ORA CHE LA SMETTESSE DI RIPORTARMI TUTTO QUEL MARE DI DOLORE O SOFFERENZA ESAGERATA! TUTTA MONDEZZA CON LA QUALE NON POSSO FARCI NIENTE! A ME SERVE VITA NORMALE, PERSINO NOIOSA CON LA QUALE POSSIAMO LAVORARE"

Vale o non vale i soldi che costa? :-)

giovedì 11 ottobre 2012

Jean Louis Trintignant

Oggi alla radio parlavano di Jean Louis Trintignant.

Sono certo che tutti sappiate che è un famoso - e anziano - attore francese. Quello che forse non tutti voi ricordate è che sua figlia è stata uccisa qualche anno fa dal suo "compagno". 

Lui ha scritto un libro dicendo che ha passato mesi e mesi di completa e totale disperazione e che, ad un certo punto, si è trovato davanti alla decisione finale: 

la faccio finita o decido di vivere?

Il titolo del suo libro è "la decisione di vivere".

Io ho pensato molto alla sua situazione e l'ho trovata simile alla mia. Io, se avessi perso Martina Diamante, l'avrei sicuramente fatta finita. Sono ancora qui proprio perchè ho "solo" perso la donna che amo e non la figlia che amo più della mia vita.

Mi ha dato molto da riflettere il concetto, però... devo scegliere tra farla finita o vivere. Io non ho potuto farla finita (come ho già detto, ci sono stato vicino un paio di volte ma non potevo lasciare Martina Diamante da sola) ma non sono ancora riuscito a decidere di vivere
Finora sono riuscito soltanto a sopravvivere, che è ben diverso dal vivere. Non riesco a fare più di così. La mia vita ancora non mi piace, così come non mi piace il tizio con cui devo dividerla (che sarei io) e mi manca da impazzire la mia Tata.

Quando riuscirò a vivere (se di nuovo o per la prima volta, è ancora da dirimere) ve lo farò sapere.

mercoledì 10 ottobre 2012

il millimetro di oggi

anche oggi la colata lavica ha fatto il suo millimetro. 

E' stata un'altra giornata durissima. Lavoro duro, umiliante, privo di soddisfazioni per conto di gente sorda e cieca. 
Amara ironia del destino, nell'incontrare il fratello di Lei con lo stesso male al ginocchio che aveva Lei e ricordarmi così tutto il tempo passato a cercare di curarla, a preoccuparmi per lei e DI lei.

Il mio solito attacco di pianto disperato, le mie solite ore di sofferenza lacerante. Praticamente niente cibo, un boccone a pranzo e uno a cena, giusto per non svenire.

Tanto PC, film inutili o filmati stupidi su youtube per passare il tempo ed occupare la mente e tante tante lacrime negli occhi per qualsiasi motivo.

Ancora dolore insopportabile, devastante.

Un altro giorno è passato. Anche oggi ho resistito alla tentazione di scriverle "Ti Amo ancora, sicura che stai meglio senza di me?".

Adesso sonnifero. A domani. 

Mancano ancora circa 249.999.999 millimetri..

domenica 7 ottobre 2012

spiacente

sono spiacente.

Lo so che voi affezionati lettori aspettate di leggere buone notizie su questo blog ma io, purtroppo non ne ho. 

Casa nuova, compagni nuovi, mobili nuovi. Ormai mi sono organizzato con il lavoro, con il furgone, con la spesa, con la lavatrice e persino con la cucina.

Come direbbe la mia prima lettrice "sto provvedendo alla mia manutenzione". 

Tutto questo non basta. La "fatica di vivere" sta diventando insopportabile. Col tempo avrebbe dovuto migliorare e invece sta diventando persino peggio, se possibile.

Anche ammesso che la colata lavica del post precedente si stia muovendo, sta facendo un millimetro al giorno e deve percorrere circa 250km.

Sono preso in un circolo vizioso dal quale non riesco ad uscire. Non voglio vivere senza di lei e non posso più vivere con lei. Sono semplicemente un uomo distrutto.

Vorrei...

...che mi amasse.

sabato 29 settembre 2012

eruzione vulcanica

quello che sto passando è come una eruzione vulcanica.

C'è stata un'esplosione di indicibile potenza (e violenza) e poi ha cominciato a colare la lava.

Inarrestabile, dolorosa, ustionante al "calor bianco" e lentissima a muoversi, tanto da sembrare immobile ed infinita.

La cattiva notizia è che è ancora in movimento, in lento movimento, ed è bollente. Ustiona e fa male da impazzire. E' un dolore primario, basilare, come il mal di denti. Va diretto al cervello (in questo caso al cuore) senza che si possa fermarlo ed è un dolore lancinante. Sembra che possa non finire mai e saresti disposto ad ucciderti pur di farlo smettere (infatti, come ho detto, se non ci fosse stata mia figlia a tenermi ancorato alla realtà, avrei potuto facilmente farla finita pur di far finire quel dolore infinito e apparentemente interminabile).

La buona notizia è che la lava prima o poi smette di muoversi, di colare e si ferma. Solidifica, inglobando dentro la pietra tutto quello che prima ha travolto e portato a valle.
Una volta solidificata, crea uno strato di pietra SOPRA AL QUALE si può, di nuovo, camminare e stare in piedi.

Non so QUANDO la mia lava personale smetterà di colare ed ustionarmi. Ma so che quando succederà avrò uno strato di pietra sul quale costruire qualcos'altro.

Non sarò mai più quello di prima. Il mio pessimismo cosmico mi impedisce di pensare che potrò essere migliore. Ma forse potrò almeno essere non troppo peggiore.

per aspera ad Astra.

l'unica cura...

l'unica cura che mi fa star meglio, almeno per un po', è l'amore di mia figlia.

Ieri sera sono arrivato prima di lei a casa della zia, poi lei è arrivata con mia madre e mia zia in macchina e appena mi ha visto ha cominciato a saltare in macchina per poter scendere e corrermi in braccio.

Nonostante io mi sia separato da sua madre e mi veda solo ogni 15 giorni, nonostante il lavaggio del cervello al quale è sottoposta...

...mi ama.

Non sarò stato un granché come marito, non sarò stato un granché come compagno. Ma come padre sono veramente bravo. 

E ne vado orgoglioso.

venerdì 28 settembre 2012

mi spiego...

ieri ho avuto due grandi vittorie in questa guerra per la sopravvivenza senza esclusione di colpi che è diventata la mia vita.

Ho fatto la lavatrice e, per poterla stendere, ho montato il mio nuovo stendipanni di IKEA.

Ho fatto due chiacchiere guardando la televisione insieme ai miei nuovi coinquilini.

Adesso capite perchè dico di essere malato...? Se queste sono le "vittorie"...! :-/

mercoledì 26 settembre 2012

il tempo passa...

è un po' che non scrivo più.
C'è persino chi si è preoccupato. :-)

Non ho più scritto perchè non volevo sembrare un malato. Il problema è che sono malato.

Il tempo passa ma io non guarisco. Ormai sono passati mesi e io continuo ogni giorno a chiedermi "perchè"? Ogni giorno vorrei tornare lì, ogni giorno mi devo sforzare di ripetermi tutto quello che lei ha detto e fatto di definitivo, di crudele, di evidente per dirmi non ti voglio più, perchè altrimenti la mia mente - malata - ricomincia con "potrei chiamarla... potrei scriverle... magari se...".

Non so che fare.

Riesco a distrarmi se sono impegnato ma non sono mai abbastanza impegnato per distrarmi  (sembra un gioco di parole ma purtroppo non lo è).

Ho una casa (stanza) nuova, ho dei mobili nuovi e ancora non ho avuto il coraggio di riempirli con la roba che mia madre è andata a prendere a casa sua. Non so neanche COSA mi ha ridato e cosa si è tenuta. Magari mi ha restituito tutti i regali o magari no, non lo so. Piango al solo pensare di andare al magazzino dove sta la roba a "fare una scelta".

Non riesco ad andare avanti. Continuo a tormentarmi con "potevamo essere felici"... 

Adesso chiudo. Devo piangere.

E' inumano. Troppa sofferenza.

venerdì 21 settembre 2012

senza commento

oggi, tornando a casa, mi sono fermato a fare la spesa.

La PRIMA spesa fatta per la mia "nuova casa". Da solo, per me solo, con cose scelte da me solo.

ho pianto per tutto il tempo.

giovedì 20 settembre 2012

questa stanza non ha più pareti...

oggi nuova rata di "montaggio mobili" (a proposito, mi cade un mito... tre mobili IKEA e neanche UNA brugola!). La mia stanza sta prendendo forma: letto, armadio, cassettiera, tavolino... siamo ad oltre il 50%.

Ho imparato le strade per tornarci, sto vedendo dove sono i negozi qui attorno, mi sto ambientando insomma. Eppure...


Eppure non riesco a non soffrire.

Dopo tutto questo tempo passato senza di lei, senza vederla (se non nella mia mente), facendomi violenza ed imponendomi di NON sentirla e NON scriverle il dolore si è leggermente attenuato. Non ho più le crisi in cui non riuscivo a respirare e mi raggomitolavo in qualche angolo singhiozzando. Adesso ho solo qualche crisi di pianto (una al giorno, in genere, quando la sofferenza si somma e sfocia in lacrime amare).

Cerco di ricordarmi e di ripetermi tutte le cose cattive (e definitive) che mi ha detto. A volte funziona e mi arrabbio per qualche momento, tralasciando la sofferenza ma poi torno a pensare che "...in fondo...nonostante tutto...".

Proprio non ci riesco ad accettare quello che è successo. Non posso farcela a pensare che lei pensi di me quello che io pensavo della mia ex-moglie. Che lei si senta SOLLEVATA DI ESSERE ALLA FINE RIUSCITA A LIBERARSI DI ME. 

Lei torna nella sua casa vuota della mia roba e - probabilmente - penserà "uff, era ora di togliere quella roba dall'armadio/scaffale/libreria". Io torno nella mia stanza vuota della sua roba e penso "nel primo cassetto del comò c'erano i suoi top e le sue canottiere". 

Mi manca più di quanto le parole possono esprimere.

Io capisco che la vita continua, che le storie finiscono, ecc. ecc. ma... Davvero non riesco a vivere con il cuore spezzato. Non so cosa si possa fare per aiutarmi... ma io non riesco a sopportare tutto questo dolore. Voglio la mia Tata. Perchè è successo questo? PERCHE'????

lunedì 17 settembre 2012

a new day has come...?

Oggi sono stato all'IKEA. Ho comprato i mobili per arredare la mia "nuova casa". 

Ho scelto da solo (con i consigli della mamma d'accordo, ma ho scelto io :-)), armadio, tavolo, cassettiera, ecc, ecc.

Così adesso ho un nuovo luogo in cui vivere, creato da me.

Suppongo dovrei essere contento, elettrizzato, emozionato. Nuova casa, nuova situazione, nuove persone da conoscere... Una parte - minoritaria - di me lo è.

Ma quello che ho pensato appena mi sono fermato un attimo dal correre su e giù per scale ed ascensori è stato: TUTTO QUESTO NON ERA NECESSARIO. Volevo solo essere felice lì dov'ero, non cercare la mia felicità altrove. Non volevo una nuova stanza in cui sistemare la mia poltrona POANG... volevo una nuova poltrona poang da sistemare nella mia vecchia stanza.
..this is the way you left me, I'm not pretending: no hope, no love, no glory, no happy ending... this is the way that we love, like it's forever, then live the rest of our lives, but not together...

Questo oceano di sofferenza finirà...?

mercoledì 12 settembre 2012

tra il dire e il fare

Sono passati tre mesi da quando sono uscito definitivamente da casa sua (decisamente molti di più da quando sono uscito definitivamente dal suo cuore), avrà ormai cancellato il mio nome dal suo cellulare (o l'avrà cambiato da Tato a quello) e adesso ha anche svuotato casa sua dalla roba non sua.

E io, che oggi ero in magazzino a fare il rientro, quando ho finito e sono ripartito verso Roma ho preso in mano il cellulare e automaticamente stavo componendo il messaggio "Tata, ho finito, sto arrivando, tu quando puoi uscire?".

Il dolore che ho provato quando ho realizzato che non c'era più nella mia rubrica "AA Tata" al primo posto, come è stato per 5 anni è stato - di nuovo - insopportabile.

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come disse quel poeta di Elio... tra il dire e il fare c'è di mezzo E IL...

me l'hanno detto tutti, ognuno a suo modo, che devo lasciar perdere:

il mio dottore ha detto che "devo lasciare la presa su questo simulacro di rapporto ormai defunto".

mia mamma dice che devo smettere di essere "il carnefice di me stesso".

quel ragazzo di classe dice che "CE DEVI STA'...E STACCE"!

Io lo so. 
Ma non ce la faccio e probabilmente non riesco a spiegare a tutti voi quanto sto soffrendo e quanto vicino io sia stato a perdere davvero il controllo. Due cose mi hanno salvato: mia madre e mia figlia, in quest'ordine. Ma non possono puntellarmi per tutto il resto della vita.

lunedì 10 settembre 2012

un passo avanti e uno (o più) indietro

ieri è stata una buona giornata (a parte il torneo provinciale di singolo dove ho fatto schifo e mi sono anche fatto male!) ma oggi, puntualmente, è arrivata la "punizione" per aver passato una giornata quasi buona.

Mia madre (santa donna!) è andata al posto mio a prendere "la mia roba" a casa della mia ex compagna (scrivere questa formula mi fa ancora salire le lacrime agli occhi...) e io adesso devo andare a vedere i pacchi, fare una scelta di cosa tenere e cosa buttare - resistendo alla tentazione di bruciare tutto per il dolore che mi provoca rivedere le cose che avevo/mettevo/vedevo/vivevo con lei - e ho paura e sto male.

Paura del dolore che SO mi provocherà aprire quelle buste e quelle scatole.

Io ho una - maledetta! - memoria fotografica. Di ogni cosa SO DOV'ERA A CASA (sua). Quindi rivedere ogni singolo oggetto o vestito mi farà pensare al posto che occupava, ad ogni volta che ci passavo davanti o lo prendevo per usarlo e al fatto che adesso quel posto è vuoto in quella casa e che magari già domani sarà occupato da qualcos'altro... e presto di qualcun altro.

Lo so che non è quello il punto.. Anche se rimanesse sola per tutta la vita questo non cambierebbe nulla della situazione e della mia sofferenza ma... immaginarla tra le braccia di un altro mi è - semplicemente - insopportabile.

Come ha commentato anonimo (chissà chi era?) nel post precedente "mi ero perso". Verissimo. Che mi stia ritrovando è cosa tutta ancora da discutere.

domenica 9 settembre 2012

casa

ho trovato una casa. Una stanza, s'intende, non posso permettermi una casa intera.

Per la prima volta da oltre 20 anni (dai tempi dell'Università) avrò un posto mio, da dividere con altre persone, certo, ma su un piano di parità.

Non sarò più IL MARITO DI mia moglie (figlia della proprietaria della casa) oppure IL COMPAGNO della mia compagna (unica proprietaria della casa).

Non so ancora cosa provo. 

Ma una cosa la so: mi comprerò la poltrona POANG dell'IKEA. Entrambe le mie compagne mi hanno detto - in tempi diversi - "non ci sta in casa".

Mi pare ben poca cosa come consolazione della perdita che ho subìto... ma questo è quello che ho.

sabato 8 settembre 2012

elaborazione del lutto

Questo è ciò che sto affrontando io, un lutto. 
Una perdita di qualcosa o qualcuno che per me era importante. Importantissimo.

Si deve riuscire a "lasciarlo andare". 

Come è successo con mio nonno (e mia nonna prima di lui, ma ero ancora troppo giovane per averne pienamente coscienza). Quando lui se n'è andato avevo 29 anni, ero abbastanza grande per farmi carico di aiutare (un po' almeno) mia madre e mia zia nella sua malattia, gli volevo bene e ovviamente non volevo che morisse.

Lui è stato fortunato e noi siamo stati fortunati, perchè ci ha messo - relativamente - poco tempo ad andarsene. Ma c'è stato comunque (c'è sempre) quel momento in cui qualcuno deve decidere che è ora di basta. 

Ad un certo punto era evidente che la partita era persa (è sempre persa, ma fino ad un certo punto non lo vuoi ammettere) e che era ora di smettere di lottare e accettare la sconfitta. 
Ma ci vuole forza (molta) e coraggio (molto) per saperlo fare. Per firmare un foglio e riportare a casa tuo padre dall'ospedale. Per riportarlo a casa sua, dove possa morire nel suo letto mesi o anni prima di quando sarebbe morto se l'avessero tenuto in ospedale e attaccato a svariati macchinari.

In quel caso la decisione l'ha presa mia madre. E aveva ragione. Spero di essere forte e coraggioso come lei, quando sarà il mio momento.

Nel frattempo, devo riuscire a decidere che è ora di basta di cercare di tenere in vita questo simulacro. Esattamente come nel caso di mio nonno con la demenza, la persona che guida quella macchina blu che io cerco ogni volta che passo davanti il suo ufficio, NON E' PIU' LA PERSONA CHE AMO.

Mio nonno è morto il giorno in cui nel suo cervello si è spenta la luce.
La mia storia d'Amore è morta il giorno in cui nel cuore di Samantha si è spenta la scintilla che la teneva in vita.

Quando mio nonno è morto ho sofferto come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una figura meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.
Adesso che è morta la mia storia d'Amore sto male come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una esperienza meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.

In entrambi i casi, ho fatto ciò che ho potuto per tenerli con me, ed in entrambi i casi devo accettare che non era in mio potere tenerli con me oltre il tempo che mi è stato concesso.

Staccare la spina al malato terminale non è difficile. Difficile è DECIDERE di staccargli la spina. Ora so quello che devo fare. Quello che non so è quanto tempo (ancora) e quanta sofferenza (ancora) mi ci vorrà per farlo.