mercoledì 31 ottobre 2012

la seconda luce (altrettanto piccola e lontana)

Stasera è Halloween. Una festa che, peraltro, ritengo stupida perchè "adottata" dagli italiani senza neanche sapere cosa sia o cosa significhi.

Io mi preparavo a stare in casa (tra l'altro c'è in corso una mezza tempesta) a guardare qualche film e andare a letto presto (domani ho un torneo di bowling). 

Invece oggi ho sentito amici che mi hanno invitato ad andare alla festa del bowling brunswick dove ci sarà anche una ragazza che "mi trova simpatico"... 

pur considerando che SIMPATICO in genere significa.... simpatico!!! (e tutti sappiamo che significa essere simpatico ad una ragazza!) :-D

pur considerando che chi me l'ha detto potrebbe anche avermi preso in giro

pur considerando che magari la ragazza scherzava o lo diceva per pura pietà

pur considerando che potrei morire sotto la tempesta tentando di raggiungere il bowling per la festa...

Questa assomiglia drammaticamente ad una buona notizia!

Quindi adesso mi vado a preparare, mi lavo e mi stiro, mi metto una giacca (ora non esageriamo, non sono un ragazzino e non mi metto certo la maschera da vampiro!) e vado alla festa a "fare il simpatico" con gli amici e questa ragazza!

Continua a sembrarmi triste ed uno spreco insopportabile che io non ci vada con Samantha a qualche stupida festa di halloween ma... ad un certo punto... se non ho avuto la forza (per fortuna) di farla finita... dovrò prima o poi cercare di mettere la testa fuori dal guscio. LENTAMENTE, s'intende.

Prometto solennemente a me stesso e a tutti voi "virtualmente" presenti che non mi innamorerò perdutamente di nessuna stasera, dovessero anche buttarmisi ai piedi (probabilità che, francamente, è assai remota!)

Happy Halloween everybody. Enjoy!

la prima luce (ovviamente lontana) in fondo al tunnel...

D'accordo signori, facciamo un patto. 
Io ho qualcosa di ottimista e positivo da scrivere (e lo scriverò) ma voi non consideratelo come "l'uscita dal tunnel" ma solo come una luce (ovviamente piccola e lontana) in fondo al succitato tunnel, d'accordo?

Ieri sera ho giocato a bowling nel "solito" torneo del martedì. Lo scorso martedì avevo avuto una buona serata e avevo vinto la mia categoria, quindi ieri giocavo gratis, che è già una soddisfazione e soprattutto ero "atteso" per confermare il periodo positivo.
Beh, ieri sera ho giocato la mia miglior serie (3 partite) di sempre, con una media birilli pari ad una serie A e infatti ho vinto tutte e tre le partite, preso il bonus punteggio (che scatta solo oltre una certa soglia) e mi sono classificato primo della mia categoria e secondo in assoluto (sconfiggendo una fila di serie C, B e 8 serie A).

Ne sono felice ed orgoglioso, soprattutto perchè viene dopo un grosso lavoro sul "gioco mentale" (cioè sulla capacità di mantenere la concentrazione per tutto il gioco) ed è una cosa che ho fatto IO, PER ME e che fa piacere A ME. Mi sono preso una bella rivincita, tra l'altro, su altri che hanno fatto gli splendidi per mesi e adesso sono settimane che prendono schiaffi e il mio Capitano e coach mi hanno fatto grandi complimenti.

E' importante, per me, al di là della squadra di bowling, perchè il "gioco mentale" di cui parlavo sopra consiste nel non farsi distrarre, durante il gioco, da nulla e rimanere concentrati sui movimenti da fare e sui birilli da abbattere. Ovviamente in questi mesi, l'unica cosa su cui riuscivo a rimanere concentrato era il dolore di aver perso la mia ragazza e il pensiero di me senza lei e di lei senza me.
Il fatto che sia riuscito, per tre settimane di fila, almeno a giocare a bowling rimanendo concentrato su quello è importante. Non è un granché ma è importante. Fino ad un mese fa, giocavo a bowling guardando chi entrava, sperando e temendo che entrasse lei, magari insieme ad un altro.

lunedì 29 ottobre 2012

ho cambiato almeno il motivo per cui piango... butta via!

Oggi è stata di nuovo una giornata durissima. Dura al lavoro, pesante fisicamente e psicologicamente. E dura per me e per il mio processo di - lentissima - guarigione.

Ho di nuovo pianto calde lacrime. Copiose.

Ma c'è una novità... importantissima. Non ho pianto per lei. Ho pianto per me.

Ho pianto per quel pover'uomo che ha scoperto davvero di amare quella donna poco tempo prima che lei smettesse di amare lui. 
Ho pianto per quel poveraccio cui è stato detto "così non va, o cambi o me ne vado". Io ho fatto qualsiasi cosa per cambiare (perlomeno tentare) e lei se n'è andata lo stesso. 
Ho pianto per quell'uomo che ha passato 6 mesi che augurerei solo al mio peggior nemico (sapendo di augurargli l'inferno). Mesi in cui io ho lottato con tutte le mie forze (e oltre) per trattenere qualcuno che aveva già deciso di andarsene
Ho pianto per quell'uomo cui è stato detto "torna, riproviamo" quando io era il solo a voler riprovare
Ho pianto per quell'uomo cui non è stato nemmeno detto "vattene, è finita" ma che ha dovuto trovare da solo le forze per dire "me ne vado, così non posso restare", prendendosi la responsabilità di essere lui quello che se ne andava dal luogo dal quale non avrebbe mai voluto andarsene nei secoli dei secoli...
Ho pianto per quell'uomo che ha perso la donna che trovava meravigliosa, bella, sexy e che  nonostante l'evidenza dei suoi comportamenti crudeli non riesce a non amare ancora.
Ho pianto per quell'uomo che sta combattendo contro la tentazione di mandarle dei fiori per il suo compleanno o di regalarle la "nostra" rosa di stoffa per Natale (il nostro modo di contare gli anni insieme).
Ho pianto per quest'uomo che ancora oggi passando davanti l'EUR con il furgone dopo il rientro in magazzino pensava: "chissà se è venuta in macchina, oggi, e chissà se le farà ancora male il ginocchio a guidare... com'era bello poterla andare a prendere e portarla a casa, risparmiandole fatica e dolore". Io mi preoccupo dopo mesi del suo ginocchio infiammato... e lei quanto si è preoccupata del mio cuore lacerato?

domenica 28 ottobre 2012

mi lamento, come sempre, ma magari c'ho anche qualche ragione...

sto tornando a Roma dopo l'ennesimo weekend a Bologna con Martina Diamante.

Sono, come sempre, stanco. Tanto stanco. Dentro e fuori. E' difficile fare il padre "a distanza". Dedicarmi per tutto il fine settimana (adesso sto provando a prenderla il venerdì sera) a lei, solo a lei. Cercando di pareggiare in 48 ore "piene" tutto il vuoto che ho lasciato andandomene dalla casa dove lei vive.

Fare la parte del papà "da weekend". Quello che la fa giocare, divertire e tuttavia cercare di non perdere la parte autorevole dell'essere padre. Combattere ancora la guerra con sua madre, sostenere il mio ruolo di padre e non di baby sitter per due giorni ogni quindici.

Essere autosufficiente, cucinare, fare la spesa, preparare i letti, seguirla e guidarla. Limitarla quando esagera. Darle qualcosa di cui essere contenta senza finire a fare "quello che dice sempre si".

E cercare di non pesare su di lei. Sono suo padre, devo essere io a darle sostegno e forza, ad essere una figura di riferimento per lei. Essere onesto e schietto con lei. Mi sono imposto anni fa di non mentirle mai. Niente menzogne. Il massimo che mi sono concesso è stato non dirle per primo certe cose "scomode" ma a domanda diretta ho giurato a me stesso di risponderle sempre la verità.

E' una brava bambina. E' intelligente. Mi vuole bene e non fa - troppi - capricci. E ha dovuto affrontare una situazione difficilissima, forse ancora peggiore della mia ai miei tempi. Almeno mio padre e mia madre non mi hanno mai usato per colpirsi a vicenda, come ha fatto la mia ex-moglie con me.

Negli ultimi mesi, poi, ho cercato di nasconderle la sofferenza che provavo. Inutilmente. I bambini hanno le antenne sensibilissime. Se anche lei non mi ha detto niente per tanto tempo...ha visto e capito molto più di quanto avrei voluto. Fino a quando mi ha chiesto direttamente: "non chiami più Samantha ogni giorno, vi siete lasciati"?

Così si è capito che l'adulto tra i due non sono io. ;-)

Così mi ha scodellato la fenomenale battuta sulla mancanza ("...ti manca tanto, papà? Lo capisco, quando mi hanno tolto i pan di stelle per la dieta sono stata malissimo anch'io...") :-)

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In tutto ciò, tornando a "casa" la domenica sera io ho sempre avuto bisogno di un abbraccio consolatorio. Ne avevo "diritto"? Era "giusto" che me lo aspettassi? Non lo so e non voglio aprire adesso la discussione. Dico solo che ne ho (ne avrei) un disperato bisogno.
Sono un uomo che ama sua figlia. Sento il peso delle scelte - sbagliate, obbligate, giuste, inevitabili - che ho fatto e che ricadono su di lei e ogni volta che la riporto da sua madre e che lei mi augura "...buon viaggio, papà, alla prossima volta..." mi viene da piangere.
Torno a "casa" stanco, svuotato di energie fisiche e psichiche e vorrei solo qualcuno che mi abbracciasse e mi dicesse "...andrà tutto bene...". 

Invece torno a Roma in una nuova "casa" vuota. Nessuno mi attende, meno che mai per consolarmi delle mie sofferenze, e domani mattina alle 6.15 devo essere all'appuntamento con il mio responsabile d'area che sta cercando il modo per farmi lavorare di più.

Si, sono un rompicoglioni che si lamenta sempre. Ma qualche volta, magari, ho anche qualche ragione. O no?

mercoledì 24 ottobre 2012

sotto choc

è come se fossi "sotto choc" (o forse sono sotto choc).

Il tempo passa e il dolore è diminuito forse del 5%. Ora non ho più crisi di pianto ad ogni giorno che Dio manda in terra. Ora riesco a passare ore ed ore senza crollare. Riesco a passare intere serate (o pomeriggi) senza piangere.

Ma niente si è risolto, ancora. Niente è "passato", ancora. Ancora mi sembra irreale ciò che è successo. Ancora non vedo un futuro per me. Ancora ripenso alla mia vita con lei. Ancora la rivedo nella mia mente, più bella che mai.

Soprattutto, ancora non riesco a fare nulla. Lavoro (devo farlo), vado da mia figlia nei miei weekend (devo farlo), faccio le lavatrici (devo farlo, quando finisco la roba pulita), mangio almeno una volta al giorno (devo farlo quando mi gira la testa) ma non c'è nulla che faccio che davvero voglio fare.

Un'unica cosa sto facendo che mi piace: stare seduto sulla mia poltrona boliden di ikea, che ho comperato per la mia nuova stanza. Tutto il resto serve solo a far arrivare l'ora in cui posso prendere il sonnifero e chiudere la giornata.

Non riesco neanche a PENSARE a cosa potrei voler fare, figuriamoci fare qualcosa che potrei voler fare. Mi sento, appunto, come dopo un incidente: sotto choc.

Era una delle cose di cui avevo paura. Uscire da questa cosa talmente devastato da non trovare nulla su cui ricostruire. Spero - con tutte le mie forze - che sia un periodo, che sia ancora troppo presto, che sia un momento che deve passare..

Vorrei uscire con qualcuno, conoscere gente nuova, possibilmente donne nuove, ma non ne ho  la forza. Forse non ne ho neanche la voglia. Sono stanco. Demotivato. Scoraggiato. Spaventato. Affranto.

Ho fallito con il mio matrimonio, ho fallito con la mia convivenza. Ho fallito con il mio lavoro. Ho fallito con i miei amici (praticamente non ne ho). L'unica cosa in cui SEMBRA io stia riuscendo (ed è tutto da vedere...) è fare il padre.

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Oggi, ad esempio, sono tornato dal lavoro al solito, sono entrato in casa, mi sono messo al pc sulla mia poltrona e non sono riuscito a convincermi a fare nulla. Ho i panni stesi da ritirare, potrei/dovrei fare un'altra lavatrice, potrei/dovrei andare a prendere qualcosa dei miei bagagli al magazzino, potrei/dovrei andare a cena da mia madre...

Cerco di tenermi impegnato. Guardo film, serial tv, partite di bowling, sketch comici. Tutto, purchè il mio cervello stia concentrato su qualcosa che non sia me, o lei, o noi o la mancanza di queste cose.

Non riesco a cucinare perchè poi dovrei lavare i piatti e questo lo facevo "da lei". Non voglio fare la lavatrice perchè poi dovrei ritirare e sistemare i panni e questo lo facevo "da lei". Non voglio andare a prendere i bagagli perchè poi dovrei sistemarli nell'armadio come erano messi "da lei". 

Lo so che devo uscire da questo schema catastrofista secondo cui è successo qualcosa di eccezionale e io sto male in maniera eccezionale e la mia vita è distrutta, ecc. ecc.
Ma io mi sento male in maniera eccezionale e la mia vita mi sembra distrutta.

Gente, vi assicuro che io ci sto provando. Mi sto dedicando al bowling con serietà per dimostrare a me stesso (ed agli altri bowlingari) che posso fare qualcosa da solo ma non basta. La mia vita emotiva era preponderante su tutto il resto ed è stata azzerata. 

Sono sotto choc.

giovedì 18 ottobre 2012

musica

Per chi non lo sapesse la musica influenza le emozioni umane.

Così la musica che ascolto in continuazione (chiunque mi incontri può testimoniare che ho sempre le cuffie in testa o quasi) serve a calmarmi, darmi forza, farmi ricordare e quindi piangere, farmi passare le lacrime ed altre cose.


Ci sono alcune canzoni - in questo periodo - che hanno un senso più delle altre.

La prima, ovviamente, è Turning Tables di Adele, i cui versi hanno dato il titolo a questo blog. Come quasi tutti sanno il disco "21" di Adele è tutto dedicato ad una sua delusione d'amore, quindi si intona benissimo al mio stato d'animo (a parte il fatto che io ancora non ne sono uscito, quindi la parte speranzosa è ancora prematura). Quasi tutto quel disco mi si adatta: Set fire to the rain, Rolling in the deep...

Recentissima è I Believed in You degli Skunk Anansie. Dice ho creduto in te, beh, mi sbagliavo! Dice anche ho creduto che tu avresti salvato il mio mondo, come Superman o Dio, beh, mi sbagliavo. Chissà perchè mi sento chiamato in causa... :-(

Una che mi piace quando la rabbia si fa sentire è You oughta know di Alanis Morrissette. Indicatissima quando dice 
you told me you'd hold me until you died, but you're still alive
fantastico, no?



Poi ci sono le canzoni che mi danno forza e mi distraggono, addirittura mi caricano. Guarda caso tutta roba con chitarre pesanti.

Hell's Bells, Back in Black, Highway to Hell e Let me put my love into you degli AC/DC

Sweet Child o' mine, Paradise City, Estranged dei Gun's and Roses

It's only Love di Brian Adams e Tina Turner


Nei rari momenti in cui sono speranzoso... When I'm back on my feet again di Michael Bolton. Un po' strappalacrime, magari, ma un giorno... chissà


l'ultima in ordine di tempo è spiritosa, triste e azzeccatissima: Y10 Bordeaux di Daniele Silvestri. Andate a cercarla e capirete!

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Rimangono poi i classici. Dire Straits, il Boss, Eric Clapton, Elton John...
Io sono un fanatico di Freddie Mercury e dei Queen, ma anche lei e li ascoltavamo sempre insieme, quindi adesso... diventa dura non piangere.


voltare pagina...?

tra le tante cose che non capisco del mondo una mi ha sempre fatto impazzire.


Io non sono mai stato capace di "voltare pagina" fino in fondo. Sono sempre rimasto - praticamente fino ad oggi o quasi - da qualche parte di me legato a Silvia. Ho sempre rimpianto Patrizia. Ed ora - miliardi di volte di più - non riesco a staccarmi da Samantha.

Le persone - non tutte certo, ma molte almeno a parole - invece fanno punto e a capo. Voltano pagina, cambiano vita, cambiano strada. SE NE FANNO UNA RAGIONE.

Un po' come quando si dice: chi non mi vuole non mi merita, no?

Ora mi chiedo: ma sono io che non ci riesco perchè non sono capace, sono avariato, mi manca qualcosa, ho dei problemi o cosa?

Oggi stavo lavando i piatti dopo aver mangiato, ho automaticamente sollevato il piatto per metterlo nello scolapiatti con lo stesso identico movimento che facevo per metterlo nello scolapiatti della casa di Samantha, dove lavavo sempre io i piatti, e in uno di quei flashback che fanno vedere al cinema mi sono rivisto la vita a casa sua, con lei, ed è stato come se non fosse passato neanche un giorno. Io, semplicemente, non ci riesco a voltare pagina.

Vorrei chiamarla e chiederle come fa lei a stare senza di me ma poi?
Mi dovesse rispondere: "era ora ti levassi dal cazzo, non ne potevo più di te" rimarrei spezzato dal colpo e poi passerei la vita a chiedermi come ho fatto ad arrivare a quel punto senza accorgermene???

Se invece mi rispondesse: "mi dispiace immensamente, piango anch'io tutti i giorni ma non so cosa farci, non ti amo più" rimarrei spezzato dal colpo e poi passerei la vita a chiedermi come ho fatto ad arrivare a quel punto senza accorgermene???

Evidentemente non ci sono altre risposte possibili, a parte varianti delle prime due, perchè se avesse voluto dirmi: "ti amo ancora, torna" mi avrebbe chiamato lei, quindi non ha senso che io la chiami.
Eppure continua a sembrarmi irreale che io non la veda mai più (a meno che non succeda per caso a Roma), non riesco, appunto, a farmene una ragione.

lunedì 15 ottobre 2012

per il momento da solo non so davvero che cazzo fare nella vita...

Uno dei punti cruciali di tutta questa merda che sto passando (a parte il dettaglio che la donna che amo mi ha schifato) è che io non avevo e forse non ho mai avuto una vita mia e mi sono appiattito (non del tutto per colpa mia ma è un discorso lungo questo da fare sulla poltrona dello psichiatra) sulla vita delle mia compagne (Monica prima, Samantha poi).

Con Samantha è andata anche peggio che con Monica, perchè all'epoca di Monica ero un uomo in carriera e non ero disposto a transigere sul mio lavoro (questo dovrebbe spiegare molto del tipo di amore che c'era tra me e Monica ma, di nuovo, è un discorso lungo da fare sulla poltrona dello psichiatra) mentre con Samantha ero così tanto innamorato da considerare il lavoro solo tempo rubato allo stare con lei.

Ora non ho più una compagna. Ho tempo libero e sono un uomo libero. Posso finalmente fare quello che voglio, quando voglio. Fermo restando che devo lavorare e che devo provvedere alla mia manutenzione (questa frase un giorno verrà inserita nella Treccani con sotto una foto di mia mamma!), posso finalmente fare le cose che mi piacciono, quando mi piace farle.

Per il momento ho scoperto che mi piace...
...non lo so.
Però so quello che ho fatto (lavoro e manutenzione a parte, appunto). 

Ho pianto per Samantha, ho guardato decine e decine di episodi di serie televisive e decine di film sul PC e ho giocato a bowling.

A giudicare da quello che ho fatto... da solo non so davvero che cazzo fare.
Che tristezza d'uomo!

domenica 14 ottobre 2012

mi manca...

domenica sera... di un weekend che chiunque definirebbe "ok".

Sabato mi sono svegliato tardi, sono andato a giocare a bowling per conto mio per allenarmi, poi ho fatto la spesa, sono andato a cena da mia madre e la sera sono uscito con Danilo e Amalia che - non so se apposta per me ;-) - ha portato la sua collega Tania con sé (una ragazza bella e giovane). Una serata leggera, un pub, qualcosa da bere, quattro chiacchiere "senza impegno". 

Nessuna pretesa, nessun obbligo. 
Persone che escono un sabato sera a bersi una cosa, nient'altro.

Domenica mattina sveglia presto, invece, torneo di bowling (Regionale Singolo) nel quale ho anche giocato bene (4° classificato per 6 birilli!!!), poi cena da mia mamma e adesso sono a casa a rilassarmi e prepararmi per andare a letto presto.

Cosa c'è che non va? Cos'è che manca? Per quale motivo non dovrei essere felice, o perlomeno TRANQUILLO? Perchè non c'è lei? Perchè ero senza ragazza? Perchè?

Mi manca l'essere in coppia. Mi manca avere lei vicino. Mi manca tornare a casa, anche dopo aver giocato a bowling da solo, a riabbracciarla. A baciarla. A festeggiare con lei la vittoria o farmi consolare da lei della sconfitta. Mi manca non potermi più fermare ad un fioraio tornando per comprare una rosa. Mi manca non poter più guardare i negozi di vestiti o di accessori o di profumi segnandomi quello che avrei potuto regalarle per farla felice, per vederla sorridere.

Sono innamorato. Ancora. Capisco che sia finita. Capisco che lei non lo è più da molto tempo. Capisco che devo andare avanti (e lo sto facendo, in realtà). Capisco che non posso vivere tutto il resto della mia vita piangendo perchè ho perso lei. Capisco tutto e molto di più ma... Sto male. Posso?

Niente dura per sempre, le storie finiscono, ecc. ecc... 
Vanno bene tutte le cazzate psicologiche, vanno bene tutte le spiegazioni zen, va bene tutto ma io avevo appena scoperto di essere davvero innamorato di lei. E probabilmente per la prima volta nella mia vita.
Ho passato mesi infami, forse anni, in preda alla depressione e allo sconforto e in tutta quella merda il mio Amore per lei era l'unica luce. Poco tempo dopo aver finalmente capito che era la prima volta che amavo davvero qualcuno... era finita (per lei).

Io capisco che "la mia Tata" così come la ricordavo io non esiste più. Ma io faccio veramente fatica a vivere senza di lei. A me piaceva essere Tato. Essere Davide non mi basta. Non ancora, perlomeno.

Come dice il mio psichiatra fenomenale... Basta con le esagerazioni drammatiche, basta con il troppo amore, basta con la troppa sofferenza. Sarà che io sono molto intenso nelle mie manifestazioni (definizione fantastica, non trovate?) ma io mi sentivo (e mi sento ancora, purtroppo) TANTISSIMO innamorato di lei e mi sento TANTISSIMO sofferente per non avere più il suo amore. E mi sento TANTISSIMO spaventato dall'essere solo. E mi sento TANTISSIMO ferito dal suo abbandono.

Io ci sto provando a non star male. Lo giuro. Ma quando sto male... sto male da morire. 

L'idea che lei non mi ami più, che stia MEGLIO senza di me mi fa l'effetto di un ferro rovente sulla pelle. L'idea che presto (se non già ora) ci sarà un altro al suo fianco, un altro cui sorriderà mi fa piangere dal dolore.

Un giorno, forse, riuscirò a pensare che è lei ad averci perso. Che anche io sono uno che merita. Ma per adesso... piango.

l'analisi, questa esperienza meravigliosa!

il mio psichiatra (che si è finto solo psicologo per anni per rifiutarsi di prescrivermi farmaci!) è un tipo fantastico.

E' un vero peccato che il nostro sia un rapporto professionale, perchè sarebbe stato interessantissimo averlo come amico. 

Ogni volta che vado da lui (non troppo spesso, sfortunatamente) gli faccio una specie di "riassunto" delle cose importanti successe nel tempo intercorso dalla seduta precedente.
Spesso, nei mesi scorsi, questo riassunto durava minuti e minuti ed era "denso" di cose drammatiche, dolorose, pesanti e - per me - rilevantissime.

L'ultima volta gli ho detto che, per una volta, non era successo niente di drammatico, che io stavo ancora soffrendo ma un pochino meno di quando volevo farla finita e che ero riuscito a passare quasi un giorno intero senza disperarmi.

Ho concluso il mio riassunto con "...quasi mi sento deluso che non sia successo niente di drammatico da raccontarle...". La sua risposta mi ha spiazzato e mi ha fatto ridere.

Ha risposto, parola più parola meno "ERA ORA CHE LA SMETTESSE DI RIPORTARMI TUTTO QUEL MARE DI DOLORE O SOFFERENZA ESAGERATA! TUTTA MONDEZZA CON LA QUALE NON POSSO FARCI NIENTE! A ME SERVE VITA NORMALE, PERSINO NOIOSA CON LA QUALE POSSIAMO LAVORARE"

Vale o non vale i soldi che costa? :-)

giovedì 11 ottobre 2012

Jean Louis Trintignant

Oggi alla radio parlavano di Jean Louis Trintignant.

Sono certo che tutti sappiate che è un famoso - e anziano - attore francese. Quello che forse non tutti voi ricordate è che sua figlia è stata uccisa qualche anno fa dal suo "compagno". 

Lui ha scritto un libro dicendo che ha passato mesi e mesi di completa e totale disperazione e che, ad un certo punto, si è trovato davanti alla decisione finale: 

la faccio finita o decido di vivere?

Il titolo del suo libro è "la decisione di vivere".

Io ho pensato molto alla sua situazione e l'ho trovata simile alla mia. Io, se avessi perso Martina Diamante, l'avrei sicuramente fatta finita. Sono ancora qui proprio perchè ho "solo" perso la donna che amo e non la figlia che amo più della mia vita.

Mi ha dato molto da riflettere il concetto, però... devo scegliere tra farla finita o vivere. Io non ho potuto farla finita (come ho già detto, ci sono stato vicino un paio di volte ma non potevo lasciare Martina Diamante da sola) ma non sono ancora riuscito a decidere di vivere
Finora sono riuscito soltanto a sopravvivere, che è ben diverso dal vivere. Non riesco a fare più di così. La mia vita ancora non mi piace, così come non mi piace il tizio con cui devo dividerla (che sarei io) e mi manca da impazzire la mia Tata.

Quando riuscirò a vivere (se di nuovo o per la prima volta, è ancora da dirimere) ve lo farò sapere.

mercoledì 10 ottobre 2012

il millimetro di oggi

anche oggi la colata lavica ha fatto il suo millimetro. 

E' stata un'altra giornata durissima. Lavoro duro, umiliante, privo di soddisfazioni per conto di gente sorda e cieca. 
Amara ironia del destino, nell'incontrare il fratello di Lei con lo stesso male al ginocchio che aveva Lei e ricordarmi così tutto il tempo passato a cercare di curarla, a preoccuparmi per lei e DI lei.

Il mio solito attacco di pianto disperato, le mie solite ore di sofferenza lacerante. Praticamente niente cibo, un boccone a pranzo e uno a cena, giusto per non svenire.

Tanto PC, film inutili o filmati stupidi su youtube per passare il tempo ed occupare la mente e tante tante lacrime negli occhi per qualsiasi motivo.

Ancora dolore insopportabile, devastante.

Un altro giorno è passato. Anche oggi ho resistito alla tentazione di scriverle "Ti Amo ancora, sicura che stai meglio senza di me?".

Adesso sonnifero. A domani. 

Mancano ancora circa 249.999.999 millimetri..

domenica 7 ottobre 2012

spiacente

sono spiacente.

Lo so che voi affezionati lettori aspettate di leggere buone notizie su questo blog ma io, purtroppo non ne ho. 

Casa nuova, compagni nuovi, mobili nuovi. Ormai mi sono organizzato con il lavoro, con il furgone, con la spesa, con la lavatrice e persino con la cucina.

Come direbbe la mia prima lettrice "sto provvedendo alla mia manutenzione". 

Tutto questo non basta. La "fatica di vivere" sta diventando insopportabile. Col tempo avrebbe dovuto migliorare e invece sta diventando persino peggio, se possibile.

Anche ammesso che la colata lavica del post precedente si stia muovendo, sta facendo un millimetro al giorno e deve percorrere circa 250km.

Sono preso in un circolo vizioso dal quale non riesco ad uscire. Non voglio vivere senza di lei e non posso più vivere con lei. Sono semplicemente un uomo distrutto.

Vorrei...

...che mi amasse.