sabato 8 settembre 2012

elaborazione del lutto

Questo è ciò che sto affrontando io, un lutto. 
Una perdita di qualcosa o qualcuno che per me era importante. Importantissimo.

Si deve riuscire a "lasciarlo andare". 

Come è successo con mio nonno (e mia nonna prima di lui, ma ero ancora troppo giovane per averne pienamente coscienza). Quando lui se n'è andato avevo 29 anni, ero abbastanza grande per farmi carico di aiutare (un po' almeno) mia madre e mia zia nella sua malattia, gli volevo bene e ovviamente non volevo che morisse.

Lui è stato fortunato e noi siamo stati fortunati, perchè ci ha messo - relativamente - poco tempo ad andarsene. Ma c'è stato comunque (c'è sempre) quel momento in cui qualcuno deve decidere che è ora di basta. 

Ad un certo punto era evidente che la partita era persa (è sempre persa, ma fino ad un certo punto non lo vuoi ammettere) e che era ora di smettere di lottare e accettare la sconfitta. 
Ma ci vuole forza (molta) e coraggio (molto) per saperlo fare. Per firmare un foglio e riportare a casa tuo padre dall'ospedale. Per riportarlo a casa sua, dove possa morire nel suo letto mesi o anni prima di quando sarebbe morto se l'avessero tenuto in ospedale e attaccato a svariati macchinari.

In quel caso la decisione l'ha presa mia madre. E aveva ragione. Spero di essere forte e coraggioso come lei, quando sarà il mio momento.

Nel frattempo, devo riuscire a decidere che è ora di basta di cercare di tenere in vita questo simulacro. Esattamente come nel caso di mio nonno con la demenza, la persona che guida quella macchina blu che io cerco ogni volta che passo davanti il suo ufficio, NON E' PIU' LA PERSONA CHE AMO.

Mio nonno è morto il giorno in cui nel suo cervello si è spenta la luce.
La mia storia d'Amore è morta il giorno in cui nel cuore di Samantha si è spenta la scintilla che la teneva in vita.

Quando mio nonno è morto ho sofferto come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una figura meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.
Adesso che è morta la mia storia d'Amore sto male come un cane. Mi manca tantissimo. E' stata una esperienza meravigliosa nella mia vita. E non volevo che se ne andasse.

In entrambi i casi, ho fatto ciò che ho potuto per tenerli con me, ed in entrambi i casi devo accettare che non era in mio potere tenerli con me oltre il tempo che mi è stato concesso.

Staccare la spina al malato terminale non è difficile. Difficile è DECIDERE di staccargli la spina. Ora so quello che devo fare. Quello che non so è quanto tempo (ancora) e quanta sofferenza (ancora) mi ci vorrà per farlo.

2 commenti:

  1. Davide, ti eri perso; da quello che scrivi stai cominciando a ritrovarti.
    Buona fortuna!

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    1. gentile anonimo...
      se lasci i messaggi da anonimo e NON ti firmi..
      io apprezzo il messaggio ma come faccio a sapere CHI SEI? :-)

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