mercoledì 12 settembre 2012

tra il dire e il fare

Sono passati tre mesi da quando sono uscito definitivamente da casa sua (decisamente molti di più da quando sono uscito definitivamente dal suo cuore), avrà ormai cancellato il mio nome dal suo cellulare (o l'avrà cambiato da Tato a quello) e adesso ha anche svuotato casa sua dalla roba non sua.

E io, che oggi ero in magazzino a fare il rientro, quando ho finito e sono ripartito verso Roma ho preso in mano il cellulare e automaticamente stavo componendo il messaggio "Tata, ho finito, sto arrivando, tu quando puoi uscire?".

Il dolore che ho provato quando ho realizzato che non c'era più nella mia rubrica "AA Tata" al primo posto, come è stato per 5 anni è stato - di nuovo - insopportabile.

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come disse quel poeta di Elio... tra il dire e il fare c'è di mezzo E IL...

me l'hanno detto tutti, ognuno a suo modo, che devo lasciar perdere:

il mio dottore ha detto che "devo lasciare la presa su questo simulacro di rapporto ormai defunto".

mia mamma dice che devo smettere di essere "il carnefice di me stesso".

quel ragazzo di classe dice che "CE DEVI STA'...E STACCE"!

Io lo so. 
Ma non ce la faccio e probabilmente non riesco a spiegare a tutti voi quanto sto soffrendo e quanto vicino io sia stato a perdere davvero il controllo. Due cose mi hanno salvato: mia madre e mia figlia, in quest'ordine. Ma non possono puntellarmi per tutto il resto della vita.

3 commenti:

  1. Devi davvero pensare di potercela fare. Esattamente come dicevi qualche post fa che non è difficile tanto lo staccare quanto il decidere di staccare. Allora adesso decidi di farcela. E se non lo vuoi fare per te, fallo almeno per tua figlia. Mettila a quel primo posto che ora è vacante. E lì lasciagliela per sempre. Non permettere mai più ad una donna di farti questo. Mai più.

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  2. sta diventando difficile capire chi sono tutti questi "Anonimo"... ;-)

    uno straccio di firma, no?

    Comunque sottoscrivo in pieno. Mai più dovrò dare tanto potere su di me e sulla mia vita ad una donna.

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  3. carissimo mi sembra che qualcosa cominci a cambiare. Fino ad ora hai gridato il tuo dolore, la tua rabbia, il non voler accettare che un rapporto possa finire, che l'altro possa uscire da una intimità costruita insieme. Io credo al tuo dolore, mi sembra di risentire quello che ho provato quando è capitato a me, e credo anche di ricordare la difficoltà ad accettare, perchè se accettavo la rottura diventava veramente irreversibile, se anche io mollavo il legame era veramente spezzato. Mantenere il dolore manteneva anche il legame, anche se solo da parte mia. Adesso mi sembra però che tu cominci a lavorarci un po' sopra a questo dolore, al dolore della perdita, del lutto, della mancanza.
    E' difficile, ma anche intrigante,fa crescere, fa emergere altre parti di noi che non conoscevamo.
    Per adesso ti auguro buon lavoro, mi sembra che non sei solo e che in molti facciamo il tifo per te!!
    Un abbraccio Vilma

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